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Ci troviamo in Piemonte, territorio storico per la produzione di vino di qualità, e precisamente tra le verdi colline di Langhe, Monferrato e Roero. Da queste parti il vino si produce da sempre, la tradizione la fa da padrona e non è facile portare novità, pensare e soprattutto agire in modo unico e lontano dai luoghi comuni.

Fatte queste premesse è strano e singolare trovare un produttore che, pur avendo sempre respirato quest’aria di tradizione fortemente radicata nel passato, parla di “andare contro corrente” e pensare al vino in modo diverso percorrendo strane nuove e mai battute.

Ma, come spesso avviene, sono proprio queste strade che permettono di scoprire nuovi mondi e nuovi sapori che altrimenti rimarrebbero nascosti o solo di sottofondo.

Il Piemonte secondo Gabriele Scaglione

Ostinatamente etichetta

“Ostinatamente” è il modo originale di interpretare il territorio da parte di Gabriele Scaglione e la sua filosofia enologica si nota già dal nome del vino.

Il produttore di “ostina” a presentare annate precedenti a quella attuale e ci “costringe” a degustare vini in modo diverso dal solito proprio per scoprire quelle qualità organolettiche da sempre presenti nel territorio ma rimaste nascoste troppo a lungo.

Fortunatamente siamo accompagnati nel nostro viaggio da un maestro di vigna e di cantina che, come un moderno Virgilio di dantesca memoria, ci prende per mano e ci fa lentamente scoprire nuovi profumi e sapori.

Ostinatamente: la degustazione

Ostinatamente

Ostinatamente è un vino prodotto da uve arneis e, dopo un’attenta vendemmia manuale, viene sottoposto ad un affinamento in acciaio per 10 mesi. Sicuramente la scelta dell’acciaio è dovuta al fatto di voler conservare al meglio le caratteristiche del territorio e ribaltarne nella bottiglia senza stravolgimenti inopportuni.

Il bicchiere viene invaso di un bel giallo paglierino intenso che, insieme agli archetti che lentamente scorrono sulle pareti di vetro, preannuncia aromi e sapori di una certa complessità. Al naso siamo subito colpiti da un’ondata di freschezza e di aromi floreali e agrumati intensi ma delicati nella forma. All’esame gustativo la prima impressione è di una certa morbidezza che avvolge il palato (ed ora si capisce il motivo degli archetti che avevamo notato nell’esame visivo) per poi lasciare spazio all’austerità e all’eleganza del territorio. I suoi 13 gradi di volume alcolico sono ben amalgamati con le altre caratteristiche organolettiche del vino rendendolo, nel complesso, ben equilibrato e perfettamente abbinabile con piatti delicati.

Per maggiori informazioni sui vini di Gabriele Scaglione visita il sito del produttore.

Acquista online i vini di Gabriele Scaglione sul sito Byvino.it.

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Il pallettizzatore è una macchina utilizzata nelle linee di confezionamento del vino e serve per porre le scatole di bottiglie in diversi strati sul pallet di legno in modo da facilitarne il trasporto e lo stoccaggio.

Sul mercato i produttori di macchinari per il confezionamento del vino hanno immesso varie tipologie di pallettizzatori per soddisfare le esigenze di tutte le cantine e le nuove modalità di confezionamento.

In particolare per minimizzare i sottoprodotti di scarto del confezionamento, i contenitori originali stanno diventando sempre più fragili ed instabili e questo comporta nuove modalità costruttive nei pallettizzatori moderni.

Pallettizzatore Bortolin Kemo modello Pac 2000

Pallettizzatore Bortolin Kemo

Bortolin Kemo, azienda Ieader nella produzione di pallettizzatori fornisce vari modelli con diversa capacità produttiva. In particolare la gamma dei pallettizzatori Bortolin Kemo vanno dal modello PAC2000 al modello PAC2000G.

Si tratta di un pallettizzatore che monta il sistema a paletta ferma ideali per la pallettizzazione di scatole e casse di vino. È costituito da un nastro trasportare in entrata in grado di distanziare la casse e un dispositivo giracasse in grado di formare la pallettizzazione desiderata con perfetto allineamento delle scatole sul pallet.

Il modello PAC 2000 è un pallettizzatore in grado di lavorare con casse e cartoni altamente personalizzabile grazie alla vasta gamma di accessori e moduli che può montare. Il macchinario è all’avanguardia dal punto di vista dell’innovazione e il suo controllo viene gestito da PLC tramite display touch-screen.

Pallettizzatore OCME Perseus e Pegaso

L’Azienda OCME produce una vasta gamma di pallettizzatori in modo da soddisfare le necessità dei piccoli e grandi produttori di vino.

Il modello Perseus è un pallettizzatore tradizionale con ingresso del prodotto dal basso a paletta fissa o dall’alto a paletta mobile con ingresso a 90° rispetto alla direzione delle casse e dell’intero strato.

Il modello Orion è un pallettizzatore con ingresso in linea dal basso a paletta fissa e dall’alto a paletta mobile che permette una capacità produttiva fino a 9 strati al minuto. In questo caso la pallettizzazione e l’ingresso del prodotto sono nella stessa direzione, permettendo una velocità di lavorazione più alta in quanto non vi sono momenti di fermo del ciclo di produzione.

Che differenza c’è tra l’alimentazione dall’alto o dal basso del pallettizzatore? In genere la pallettizzazione dall’alto con paletta mobile permette di avere una maggiore capacità produttiva e una migliore ottimizzazione degli spazi a terra. La pallettizzazione dal basso permette una migliore gestione della macchina durante il ciclo lavorativo.

I robot di pallettizzazione sono macchine alto livello di innovazione e fortemente personalizzabili in base alla tipologia di prodotto da trattare. L’Azienda OCME si presenta sul mercato con Pegasus, il robot di pallettizzazione di ultima generazione in cui il lavoro viene effettuato da un braccio robotico in grado di eseguire movimenti complessi.

Il pallettizzatore Pegasus è stato progettato creando ad hoc numerosi brevetti (soprattutto che riguardano la “mano” robotica) che lo rendono tra i migliori prodotti nel settore ed altamente flessibile rispetto ad altri pallettizzatori.

Pallettizzatore a colonna Zecchetti

Pallettizzatore a colonna Zecchetti

Il pallettizzatore a colonna dell’Azienda Zecchetti è un macchinario robusto, altamente flessibile e personalizzabile e completamente programmabile.

La parte fondamentale del pallettizzatore a colonna è proprio la colonna rotante che movimenta la testa di presa che può essere alimentata sia da trasporto ad aria e sia da trasporto a catena.

Il punto di forza di queste macchine è la loro modularità che al massimo livello diventano completamente automatiche e senza bisogno dell’operatore umano.

Pallettizzatori usati

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare il pallettizzatore usato adatto alle tue esigenze

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L’enologia è un argomento molto vasto, vario e che interessa molti settori complementari. Sappiamo che produrre vino non è affatto semplice e sono finiti i tempi in cui bastava pigiare con i piedi l’uva che si aveva nel vigneto, metterla in una botte con pulizia dubbia e aspettare che il mosto fermentasse da solo per ottenere qualcosa di bevibile. Ormai i tempi sono cambiati, i consumatori sono diventati sempre più esigenti, gli enologi sono tutti operatori specializzati che conoscono la chimica e i processi che avvengono in enologia e le industrie hanno immesso sul mercato macchine enologiche sempre più sofisticate e performanti.

Quindi è necessario che ogni azienda vinicola si presenti sul mercato con prodotti di qualità e dalle caratteristiche organolettiche perfette, altrimenti le probabilità di uscire dagli scaffali sono molto elevate.

Gli argomenti che possiamo trattare sull’enologia sono innumerevoli e vanno dalla gestione del vigneto, all’enologia biologica e biodinamica, alle tecniche di cantina da utilizzare e ai macchinari per l’enologia da usare nelle varie fasi di produzione del vino. In questo articolo vogliamo approfondire le attrezzature per l’enologia e tutte i macchinari necessari per produrre il vino che non dovrebbero mancare nelle cantine di qualità.

Enologia in cantina: pigiatura e diraspatura

Enologia in cantina: pigiatura e diraspatura

Dopo la raccolta l’uva viene portata velocemente in cantina per essere sottoposta alle prime lavorazioni. Le prime macchine che vengono incontrate dai grappoli sono le pigiatrici che hanno il compito di schiacciare delicatamente gli acini senza stressare in maniera eccessiva il prodotto. Questa operazione viene fatta tramite dei rulli costruiti in gomma alimentare che lavorano il prodotto nella maniera opportuna senza rompere raspi e vinaccioli.

A questo punto si passa alla diraspatura grazie alla quale le diraspatrici provvedono a separare gli acini dai raspi. Questa operazione è fondamentale in enologia ed è necessaria per ottenere un prodotto di qualità. Infatti se la vinificazione fosse portata avanti con la presenza dei raspi, il vino assumerebbe un sapore erbaceo, le sostanze coloranti sarebbero minori e il grado alcolico risulterebbe diluito. Inoltre con l’eliminazione dei raspi si ha una diminuzione del volume del prodotto da lavorare con conseguente necessità di minori spazi, minori quantità di macchine enologiche e serbatoi in acciaio inox per lo stoccaggio con un notevole risparmio economico.

Le moderne diraspatrici sono costruite in acciaio inox AISI 304, sono altamente configurabili per trattare varie tipologie di uva e facilmente lavabili per ottenere il massimo dell’igiene.

L’uva diraspata viene passata quindi alle presse che sono attrezzature per l’enologia il cui compito è di pressare il prodotto al fine di ottenere il mosto da sottoporre a vinificazione.

La pressatura: la tecnica in enologia per estrarre il mosto

La pressatura: la tecnica in enologia per estrarre il mosto

Nella vinificazione in bianco si effettua la pressatura dopo che l’uva è stata pigiata in quanto la fermentazione non viene fatta con le vinacce. Nella vinificazione in rosso invece si sottopone a pressatura il mosto che è stato fermentato a contatto con le vinacce al fine di estrarre la maggior quantità di sostanze dalla componente solida.

In entrambi i casi la pressatura è una tecnica che in enologia viene effettuata dalle presse seguendo delle regole ferree al fine di ottenere un vino di alto livello. Prima di tutte deve avvenire velocemente, a basse pressioni e con aumenti graduali e costanti per estrarre tutte le sostanze nobili dal prodotto.

Le macchine per l’enologia utilizzate a questo scopo sono principalmente le presse orizzontali pneumatiche a membrana costituite da una struttura in acciaio inox al cui interno è montata una membrana che quando si gonfia comprime le vinacce contro la parete esterna per estrarne il succo.

La fermentazione: la prima magia in enologia

La fermentazione: la prima magia in enologia

Il mosto è finalmente pronto per subire il processo più delicato di tutto il processo che lo porterà a diventare vino, la fermentazione. I macchinari che in enologia sono adibiti a questo processo sono i vinificatori o fermentatori.

Sicuramente sono tra le attrezzature enologiche più innovative che si possono trovare in cantina e ne escono continuamente nuovi modelli sempre più performanti che cercano di risolvere il problema di estrarre nel miglior modo possibile le sostanze contenute nelle parti solide del mosto.

In linea di massima i vinificatori tentano di risolvere il problema di estrarre le sostanze nobili dal cappello di vinacce applicando in modi diversi rimontaggi (dove la parte liquida del mosto viene prelevata dal fondo del vinificatore ed irrorata sul cappello) e follature (dove l’intero cappello viene portato nella parte inferiore del serbatoio per entrare in contatto con la parte liquida).

Tra le caratteristiche che dovrebbe avere un vinificatore di qualità abbiamo la possibilità di controllare la temperatura, riscaldando o raffreddando il prodotto a seconda delle necessità e di effettuare rimontaggi e rotture del cappello.

I filtri per il vino e il loro uso in enologia

I filtri per il vino e il loro uso in enologia

Siamo arrivati al momento della filtrazione del vino utile per separare le parti solide da quelle liquide e rendere il prodotto perfettamente limpido. Oggi la limpidezza di un vino è considerata un parametro imprescindibile e sinonimo di qualità anche se ultimamente, con il diffondersi dei vini biologici e biodinamici, si trovano in commercio vini non filtrati.

I macchinari per l’enologia che effettuano questa operazione sono i filtri che si suddividono in due grandi famiglie: i filtri frontali e i filtri tangenziali. La filtrazione frontale avviene quando la direzione del liquido da filtrare è perpendicolare alla superficie, mentre la filtrazione tangenziale si ha quando la direzione è parallela. Quest’ultima è da preferire in quanto è più efficiente e le caratteristiche del filtro non decadono con il passare del tempo.

Tra i filtri più utilizzati possiamo ricordare i filtri pressa, anche detti filtri a piastre, che sono formati fa una struttura portante in acciaio inox su cui sono montate una serie di piastre filtranti che filtrano il vino che le oltrepassa.

L’attrezzatura più versatile in enologia: il serbatoio in acciaio inox

L’attrezzatura più versatile in enologia: il serbatoio in acciaio inox

I serbatoi in acciaio inox sono attrezzature per l’enologia sempre presenti in cantina che possono essere utilizzati per vari scopi e trovano impiego in quasi tutte le fasi del processo di produzione del vino.

I serbatoi per il vino possono essere usati per contenere il mosto in fermentazione (vinificatori e fermentini) ed avere le caratteristiche adeguate per portarla a termine nel modo migliore come il controllo della temperatura, possibilità di rimontaggi e follature e una corretta conservazione. Oppure trovano impiego per lo stoccaggio del vino finito per permetterne un corretto affinamento prima di essere messo in vendita.

Il materiale più utilizzato per la fabbricazione dei serbatoi per il vino è l’acciaio inox AISI 304 o AISI 316 grazie alle sue qualità intrinseche: non è soggetto a corrosione interna ed esterna, facilmente pulibile ed in grado di rispettare le caratteristiche organolettiche del prodotto che contiene.

L’imbottigliamento, la fase finale in enologia

L’imbottigliamento, la fase finale in enologia

L’imbottigliamento del vino è la fase conclusiva in tutto il processo di produzione ed è fondamentale per presentare al Cliente un prodotto di qualità nel modo migliore.

Ormai la concorrenza sugli scaffali è sempre più agguerrita ed è necessario che il vino abbia una sua veste corretta con la scelta della bottiglia adeguata, il tappo corretto al tipo di vino e soprattutto una etichetta che attiri l’attenzione e che veicoli il messaggio giusto al consumatore.

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L’attività di imbottigliamento del vino è la parte finale del processo di produzione in cantina ma non per questo risulta la meno importante. Oggi, a causa dell’alta competitività dei produttori vinicoli, è fondamentale presentare il prodotto nel modo migliore per convincere il Cliente ad acquistare la propria bottiglia. Infatti, studi recenti, hanno dimostrato che l’etichetta e il vestito generale della bottiglia di vino ricoprono un ruolo di primo piano nella scelta di acquisto nello scaffale.

Considerata l’importanza dell’imbottigliamento del vino è necessario che ogni cantina si doti di una linea di imbottigliamento moderna, di alto livello ed adeguata alle proprie esigenze produttive. Ricordiamo inoltre che una linea di imbottigliamento vino di qualità ha il vantaggio di lavorare il prodotto nel modo corretto permettendogli di conservare le caratteristiche organolettiche uniche di ogni bottiglia.

Andiamo a studiare come dovrebbe essere costituita una linea di imbottigliamento vino che soddisfi le esigenze di ogni cantina.

Imbottigliamento vino: lavaggio delle bottiglie

Imbottigliamento vino: lavaggio delle bottiglie

La prima operazione a cui devono essere sottoposte le bottiglie vuote è il lavaggio al fine di renderle sane e perfettamente pulite per non compromettere la qualità del vino che vi viene introdotto. Anche se si tratta di bottiglie nuove, presentano comunque polvere e tracce residue di sporco che devono essere accuratamente eliminate.

Il lavaggio delle bottiglie avviene nelle lavabottiglie a tunnel o nelle sciacquatrici.

Le lavabottiglie a tunnel si dividono in single-end quando il carico e lo scarico avviene nello stesso lato della macchina e double-end quando avviene su lati opposti. Entrambe le macchine possono essere formate da vari moduli a seconda delle esigenze della singola cantina.

Quando le bottiglie entrano nella lavabottiglie vengono sottoposte ad un ciclo di lavaggio delle durata di circa 30 minuti in cui vengono riscaldate gradualmente fino alla temperatura di lavaggio idonea e, una volta terminato il lavaggio, vengono raffreddate (sempre gradualmente) fino alla temperatura ambiente. La variazione lenta della temperatura è fondamentale per non far subire alle bottiglie di vetro shock termici che le possono rompere.

Le sciacquatrici sono macchinari enologici rotativi con le stesse funzionalità delle lavabottiglie a tunnel ma usate fondamentalmente per il lavaggio delle bottiglie nuove dove non c’è la necessità di staccare l’etichetta e di sottoporre le bottiglie e lavaggi troppo accurati.

Imbottigliamento vino: riempimento delle bottiglie

Imbottigliamento vino: riempimento delle bottiglie

Dopo essere state lavate le bottiglie passano al secondo processo della linea di imbottigliamento vino, ossia il riempimento. Sicuramente questa è una delle attività più delicate di tutta la fase di imbottigliamento perché da essa dipende la stabilità e la corretta conservazione del vino.

In commercio si possono trovare varie tipologie di riempitrici a seconda del vino che bisogna imbottigliare (vino fermo o spumante) e della modalità di riempimento (depressione, gravità, isobarica).

Considerata l’importanza della fase di riempimento delle bottiglie, le riempitrici devono soddisfare una serie di requisiti fondamentali:

Possibilità di imbottigliare varie tipologie di bottiglie, Cambio di formato veloce, semplice e senza sostituire parti meccaniche della macchina, Alta capacità produttiva, Materiale di costruzione acciaio inox AISI 304, Affidabilità senza fermi produzione, Garantire le qualità organolettiche del vino, Garantire il massimo igiene, Facilità di pulizia.

Imbottigliamento vino: tappatrici, gabbiettatrici e capsulatrici

Imbottigliamento vino: tappatrici, gabbiettatrici e capsulatrici

Dopo aver riempito la bottiglia di vino è necessario l’inserimento del tappo e della capsula. Le attrezzature enologiche adibite a questa fase dell’imbottigliamento vino sono le tappatrici, le gabbiettatrici e le capsulatrici.

Le tappatrici e le gabbiettatrici hanno il compito di inserire il tappo sul collo della bottiglia. In commercio ci sono varie tipologie di tappo dalle caratteristiche differenti adatte a tutte le esigenze; il materiale più utilizzato è il sughero che ha numerosi vantaggi ma presenta lo spiacevole inconveniente del “sapore di tappo o TCA” cui vengono colpite quasi il 5% delle bottiglie di vino. Per questo ultimamente si sono cercati alcuni materiali sostitutivi come quelli sintetici, di vetro e la capsula Stelvin ma i risultati non sono ancora del tutto soddisfacenti soprattutto se si vuole conservare il vino a lungo. Le gabbiettatrici sono utilizzate per inserire nelle bottiglie degli spumanti il classico tappo a fungo.

Le tappatrici per tappi di sughero o sintetici sono costituite dai seguenti blocchi:

Contenitore per tappi, Coclea per distanziare l’ingresso delle bottiglie, Stella rotante, Testa tappante.

Dopo aver inserito il tappo è arrivato il momento dell’applicazione della capsula in stagno o materiali termoretraibili grazie alle capsulatrici. Le capsule hanno diversi motivi di utilizzo: proteggono il tappo consentendo comunque il passaggio di aria, completano il packaging della bottiglia e permettono di inserire il marchio della cantina.

Imbottigliamento vino: etichettatura

Imbottigliamento vino etichettatura

L’ultima fase in una linea di imbottigliamento vino è l’etichettatura effettuata dalle etichettatrici che applicano sulle bottiglie le etichette autoadesive o con l’ausilio di colla.

L’etichetta oltre a riportare le informazioni obbligatorie per legge serve a rifinire il vestito della bottiglia rendendola più visibile sugli scaffali e ben riconoscibile dalla concorrenza.

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di linee di imbottigliamento vino usate e garantite che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi.

Vai alla sezione dedicata alle linee di imbottigliamento vino usate:

Linee di imbottigliamento vino

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I filtri per vino sono sofisticate macchine enologiche utilizzate in cantina per la filtrazione del vino al fine di chiarificare il prodotto e separare le parti solide da quelle liquide.

Ricordiamo che esistono due modalità diverse per filtrare il vino, la filtrazione tangenziale e la filtrazione frontale. Nella filtrazione tangenziale la direzione del liquido da filtrare è parallela alla superficie di filtraggio e, grazie ad una differenza di pressione tra le due aree separate dal filtro, parte del liquido limpido oltrepassa la superficie e la restante con le particelle in sospensione viene rimessa in circolo. Nella filtrazione frontale, invece, la direzione del liquido è ortogonale alla superficie.

Tra i due metodi di filtrazione sicuramente quella tangenziale è più efficiente in quanto le parti solide non si accumulano sulla superficie del filtro mantenendo invariate le sue caratteristiche nel tempo.

A seconda della tecnica di filtrazione utilizzata abbiamo in commercio una vasta gamma di filtri per vino:

filtri pressa (o filtri a piastre) filtri per vino rotativi sottovuoto filtri per vino tangenziali.  Filtri pressa (o filtri per vino a piastre)

Filtri pressa (o filtri per vino a piastre)

I filtri pressa (o filtri per vino a piastre) sono formati da una serie di piastre e telai che si alternano tra cui viene posto uno strato filtrante. I filtri pressa sono costituiti dai seguenti elementi:

una struttura, in genere in acciaio inox, su cui vengono montate le piastre e gli strati filtranti, una testata fissa all’inizio del filtro, da cui avviene l’ingresso e l’uscita del prodotto da filtrare, ed una testata mobile alla fine del filtro, un insieme di piastre, in acciaio inox o plastica per alimenti, su cui vengono montati gli strati filtranti dotati di scanalature per lo scarico del filtrato.

I quattro angoli di ogni piastra e di ogni telaio sono forati in modo che quando la macchina viene compressa vi possa scorrere il liquido da filtrare e far defluire il liquido filtrato. Attraverso dei piccoli canali paralleli alla piastra ogni foro è in comunicazione con la parte centrale della piastra.

Come avviene la filtrazione del vino in un filtro pressa?

il prodotto da filtrare viene inserito nel filtro per vino dalla testata e viene fatto fluire nei fori delle piastre che formano un condotto di alimentazione, attraverso i piccoli canali il vino passa nella parte centrale della piastra entrando in contatto con gli strati filtranti, il vino viene filtrato grazie alla differenza di pressione tra le due aree contigue di ciascun strato filtrante e viene convogliato dalla superficie drenante della piastra verso la condotta di uscita.

I filtri pressa per vino hanno numerosi vantaggi che li rendono sempre utili in cantina:

sono molto versatili e lo stesso filtro può essere usato sia per la filtrazione di sgrossatura e sia per l’illimpidimento del vino. Queste differenti operazioni si possono ottenere variando la tipologia degli strati filtranti, costo contenuto rispetto alla grandezza della superficie filtrante, semplicità di funzionamento con bassa manutenzione. Filtri per vino rotativi sottovuoto

Filtri per vino rotativi sottovuoto

I filtri per vino rotativi sottovuoto sono costituiti da un tamburo cilindrico orizzontale con la superficie forata in acciaio inox in grado di ruotare sul proprio asse e parzialmente immerso in una vasca in cui è contenuto il liquido da filtrare. Completano il tutto un elemento per la formazione del vuoto, una pompa per estrarre le parti solide dall’interno del cilindro, una lama raschiante per pulire la superficie filtrante.

Di seguito il funzionamento dei filtri per vino rotativi sottovuoto:

il liquido da filtrare viene immesso nella vasca, il liquido attraversa lo strato filtrante grazie al vuoto che viene prodotto e quindi inviato al serbatoio esterno, la lama raschiante elimina le particelle solide che si sono depositate sulla superficie del cilindro. Filtri per vino tangenziali

Filtri per vino tangenziali

La filtrazione tangenziale è molto efficace e permette di ottenere una perfetta chiarificazione del vino anche se il prodotto presenta grandi quantità di particelle in sospensione.

I filtri per vino tangenziali sono costituiti da una certa quantità di contenitori dove vengono inseriti gli elementi filtranti, una pompa per garantire il flusso del prodotto da filtrare ed un’altra per il ricircolo all’interno del filtro. I filtri per vino tangenziali di ultima generazione possono montare membrane ceramiche garantendo sempre una piena efficienza e una conservazione delle proprietà organolettiche del prodotto.

Filtri per vino usati

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di filtri per vino usati e garantiti che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi. 

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Filtri per vino usati 

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Pompe peristaltiche Rotho

Le pompe peristaltiche sono particolari pompe volumetriche dove il trasferimento del prodotto (mosto, vino o uve diraspate) avviene grazie alla variazione del volume del tubo elastico in cui scorre il prodotto stesso. Per mezzo di continue contrazioni e dilatazioni del tubo, il vino viene prima aspirato e quindi compresso verso l’altra estremità del tubo permettendone lo spostamento.

Tra i migliori produttori di pompe peristaltiche sicuramente la Ragazzini con la sua pompa peristaltica Rotho assume una posizione di rilievo nel panorama dei produttori di macchine per l’enologia.

Questa tipologia di pompe sta prendendo sempre più piede all’interno delle cantine grazie ai numerosi vantaggi e ai problemi che è in grado di risolvere. Prima di tutto riesce a trasferire il vino e il mosto senza pericolo di intasare il tubo e quindi bloccare l’intera catena produttiva, inoltre considerando che prodotto non entra in contatto con le parti meccaniche della pompa peristaltica e che viene trattato delicatamente, non subisce alterazioni organolettiche che ne possano minare la qualità.

Altra caratteristica importante delle pompe peristaltiche Rotho è la loro estrema versatilità che le rende utili in cantina per diversi scopi ed adatte per il trasferimento di vino finito, mosto e uve diraspate e quindi sempre presenti in tutte le fasi della produzione del vino. Inoltre queste pompe sono autoadescanti fino ad un’altezza di -9.8 metri, possono lavorare a secco e sono in grado di invertire la direzione del flusso facilmente.

Le pompe peristaltiche Rotho in enologia

Le pompe peristaltiche Rotho sono molto indicate per l’utilizzo in cantina in quanto non necessitano l’utilizzo di un liquido refrigerante per lo statore per limitare gli effetti dell’attrito sul tubo. Ricordiamo che questi liquidi refrigeranti non sono compatibili con i prodotti alimentari e quindi possono causare problemi se entrano a contatto con il vino all’interno della pompa per delle rotture accidentali.

Questo vantaggio si ottiene grazie all’utilizzo della tecnologia a rulli su cuscinetti che non producendo attrito con il tubo non hanno bisogno di un liquido refrigerante, e per questo motivo la loro manutenzione è anche semplice, veloce ed economica.

La delicatezza nel trattare il prodotto da trasferire è una delle qualità che i produttori di vini maggiormente apprezzano in queste pompe. Infatti riescono a pompare grandi quantità di uve diraspate senza rompere gli acini prevenendo quindi fenomeni ossidativi e prefermentativi non desiderati.

Questa caratteristica trova un largo impiego nella produzione di vini spumanti dove si ha la necessità di pressare grappoli interi prelevati dai cassoni di raccolta minimizzandone le rotture e gli stress di trasferimento.

Altro vantaggio si ha nel pompaggio di vino che è stato appena fermentato, e quindi ricco di anidride carbonica, senza fargli perdere il gas come le altre pompe e quindi rispettando al massimo le condizioni iniziali del prodotto e conservando tutti i suoi aromi caratteristici.

I vantaggi delle pompe peristaltiche Rotho

I vantaggi delle pompe peristaltiche Rotho

Le pompe peristaltiche Rotho offrono quindi una serie di vantaggi:

non c’è necessità di utilizzare il liquido refrigerante all’interno della pompa, grazie alla mancanza di attrito hanno bisogno di una minore potenza di esercizio con un notevole risparmio energetico, particolarmente indicate per il vino in quanto non c’è pericolo di contaminazione con il liquido refrigerante, se il tubo si rompe viene subito rilevato in quanto il vino che fuoriesce è l’unico liquido presente nella pompa, facilità di manutenzione e di sostituzione del tubo, possibilità di variare la direzione del flusso senza diminuire la portata, può operare a secco, capace di trasferire anche corpi solidi in sospensione anche di grandi dimensioni rispetto al diametro (max 45%), ottima capacità di aspirazione, massimo rispetto dell’integrità del prodotto grazie al basso regime di lavoro. L’innovazione Rotho e il rullo retrattile

Una recente innovazione della Ragazzini che ha adottato nelle sue pompe peristaltiche Rotho è il sistema di rullo retrattile che permette di stressare il meno possibile il tubo elastico quando la pompa non viene utilizzata. Tutto questo meccanismo opera senza la necessità di aprire la parte frontale della pompa ed è molto indicato nel settore vinicolo quando si ha la necessita di pulire a fondo il tubo contenuto nella pompa.

Pompe peristaltiche usate

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di pompe peristaltiche usate e garantite che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi. 

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Le diraspatrici sono attrezzature enologiche il cui compito è di separare gli acini dell’uva dai raspi prima di effettuare la pressatura dell’uva. In questo modo si ottengono vini più eleganti, di migliore qualità, con maggior grado alcolico e più concentrazione di polifenoli e sostanze coloranti.

In commercio sono proposte varie tipologie di diraspatrici con dimensioni e caratteristiche differenti per soddisfare le esigenze di tutte le cantine, anche se spesso si preferiscono le pigia-diraspatrici o le diraspa-pigiatrici, macchine per enologia di ultima generazione, in modo da poter scegliere l’operazione che si vuole effettuare:

diraspare e poi pigiare, diraspare senza pigiare, pigiare senza diraspare.

Caratteristica fondamentale delle diraspatrici è che devono effettuare una lavorazione delicata e soffice del prodotto senza stressarlo e mantenendo la sua integrità. A tal fine le diraspatrici vengono dotate di accessori che permettono di variare la velocità del battitore o del cestello, montano rulli in gomma alimentare regolabili, hanno fori arrotondati per evitare le lacerazioni degli acini e sono costruite in acciaio inox grazie alle sue innumerevoli caratteristiche.

Come sono fatte le diraspatrici

Diraspatrici e albero diraspatore

Le diraspatrici sono formate da un telaio in acciaio inox al cui interno è montato l’organo diraspante costituito da una gabbia forata a forma cilindrica (chiamata tamburo) in grado di ruotare e velocità variabile ma in genere a basso numero di giri. All’interno del tamburo è posto un albero diraspatore, formato da un asse orizzontale su cui sono montate delle palette in acciaio inox con punta gommata, che ruota in direzione opposta al tamburo ma a maggiore velocità.

Come abbiamo prima accennato il cilindro presenta dei fori arrotondati per evitare la lacerazione dei raspi e degli acini quando questi sono spinti dalla rotazione del battitore verso il cilindro per essere separati.

Il funzionamento delle pigia-diraspatrici e diraspa-pigiatrici

Considerato che la pigiatura e la diraspatura sono due attività tra di loro collegate, le moderne macchine per cantine permettono di effettuare entrambe le operazioni tramite un’unica macchina:

le pigia-diraspatrici, le diraspa-pigiatrici.

Nelle pigia-diraspatrici l’uva viene prima pigiata dai rulli della macchina e quindi diraspata. Una vasca posta sotto la pigia-diraspatrice raccoglie il mosto e gli acini e una pompa trasferisce il prodotto per le successive lavorazioni. Allo stesso tempo i raspi vengono fatti uscire da un’estremità del tamburo rotante.

Nelle diraspa-pigiatrici prima l’uva viene diraspata e quindi gli acini vengono sottoposti all’azione dei rulli fissati nella parte inferiore della macchina per essere pigiati. I raspi vengono, anche in questo caso, espulsi da un’estremità del tamburo.

In genere si preferisce utilizzare le diraspa-pigiatrici in quanto i raspi non vengono sottoposti a pigiatura ma eliminati prima.

Diraspa-pigiatrici OMAC serie OPTIMA

Diraspatrici OMAC

Le diraspa-pigiatrici OMAC della serie OPTIMA sono macchine enologiche di ultima concezione costruite per rispettare l’integrità dell’uva sottoposta a lavorazione. Questi risultati si possono ottenere grazie alla possibilità di variare sia la velocità del battitore e sia quella del cestello e di regolare la posizione dei rulli di gomma. Inoltre i fori del tamburo sono arrotondati in modo da non effettuare rotture non volute dell’acino.

Nel caso si vogliano lavorare uve particolarmente delicate è possibile montare un cestello in plastica.

Sul fondo della macchina è posta una vasca di raccolta per il mosto che può essere collegata ad una pompa per trasferire il prodotto alle successive lavorazioni.

Le diraspa-pigiatrici OMAC della serie OPTIMA sono costruite in acciaio inox e sono completamente smontabili per effettuare una pulizia perfetta della macchina e una facile manutenzione.

Diraspatrici pigiatrici Diemme modello KAPPA

Diraspatrici Diemme

Le diraspatrici pigiatrici Diemme modello KAPPA sono macchine enologiche completamente costruite in acciaio inox AISI 304 formate da due unità indipendenti: la diraspatrice e la pigiatrice.

La diraspatrice è formata dal rullo forato al cui interno è posto l’albero diraspatore. Diverse caratteristiche della macchina sono regolabili al fine di ottenere un prodotto finito della qualità desiderata: la velocità della gabbia, la velocità dell’albero, la distanza e la posizione delle palette.

La pigiatrice è formata da due rulli in gomma alimentare la cui distanza può essere regolata a seconda della pigiatura che si vuole ottenere. Ciascun rullo deriva da un unico stampo in modo da ottenere una pulizia completa.

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Diraspatrici usate 

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I vinificatori sono moderne attrezzature per l’enologia utilizzate nel processo di vinificazione per ottenere i vini rossi e per tenere sotto controllo tutte le operazioni per produrre il vino: riscaldamento, rimontaggi, follature, irrorazione del cappello di vinaccia, raffreddamento e fermentazione.

Probabilmente i vinificatori sono i macchinari che più subiscono le innovazioni tecnologiche in quanto la fermentazione è una delle operazioni più delicate nella produzione del vino e strettamente correlata alla qualità finale del prodotto. In particolare tutte le innovazioni sono orientate a ridurre i tempi di fermentazione in modo da mantenere le caratteristiche organolettiche dell’uva e per ottenere vini di alto livello qualitativo.

Sappiamo che nella vinificazione in rosso si ha la necessità di estrarre le sostanze nobili che sono contenute nelle bucce e nei vinaccioli e tralasciare quelle che possono compromettere la qualità del prodotto. In particolare uno dei problemi a cui si sono trovate di fronte le aziende vinicole è quello di estrarre tali sostanze dal cappello di vinacce che si andava formando nella parte superiore del vinificatore.

Per ovviare a questo inconveniente si sono adottate due tecniche: i rimontaggi e le follature. Nei rimontaggi una parte del mosto viene prelevata dal fondo del serbatoio e distribuita uniformemente sulla parte superiore del cappello che, attraversato dal liquido, cede le sostanze che danno struttura e qualità al vino. Nelle follature, invece, è tutto il cappello che viene spinto nella parte inferiore del vinificatore per permettere il passaggio delle sostanze dalla parte solida a quella liquida.

In commercio esistono varie tipologie di vinificatori e continuamente vengono proposti macchinari sempre più innovativi. In particolare i vinificatori sono stati i primi apparati ad essere ecologici e a riutilizzare l’energia che producevano senza disperderla. Sappiamo infatti che la fermentazione è un processo tumultuoso che produce aumento della temperatura e di pressione. In passato tutta questa energia veniva dispersa mentre oggi viene conservata ed utilizzata per effettuare tutte le operazioni necessarie alla vinificazione senza l’utilizzo di energia esterna.

Vinificatori verticali

Vinificatori verticali

I vinificatori verticali sono formati da un contenitore cilindrico in acciaio inox poggiato sulla sua base sorretta da opportune gambe di sostegno. Per favorire lo svuotamento del serbatoio, che avviene attraverso un’apertura a ghigliottina, la base è inclinata e al suo interno è posta una pala di estrazione che, ruotando a poca distanza dal fondo, elimina la vinaccia senza stressare il prodotto.

I vinificatori verticali possono montare svariati accorgimenti tecnici per soddisfare tutte le esigenze:

riscaldamento, raffreddamento, rimontaggi, rottura del cappello.

Per favorire la fermentazione e controllarla, sul fondo del vinificatore viene posta una vasca riscaldante al cui interno circola dell’acqua. Scaldando l’acqua per mezza di alcune resistenze si è in grado di attivare la fermentazione al momento opportuno e di gestirlo nel modo corretto.

Il controllo della temperatura è un’operazione delicata a cui prestare attenzione per tutto il processo di vinificazione, sappiamo infatti che la fermentazione produce un aumento della temperatura che deve essere posta sotto controllo per avere una fermentazione di qualità. A tal fine viene installata sul mantello del vinificatore una tasca di condizionamento, o una fascia di scambio termico, grazie alla quale è possibile controllare la temperatura interna del serbatoio. Eventualmente per avere un maggior isolamento con l’ambiente esterno il vinificatore può essere coibentato.

Sappiamo che il rimontaggio è fondamentale per favorire l’estrazione delle sostanze dal cappello di vinacce. Questa operazione viene effettuata tramite una pompa di ricircolo che, attraverso una tubazione esterna , prende il mosto dal fondo del vinificatore e lo disperde sul cappello tramite un spargitore rotante al fine di ottenere una distribuzione uniforme del mosto su tutto il cappello. Attraverso un apposito sistema di controllo computerizzato è possibile programmare i cicli di rimontaggio e ottimizzarli al vino che si vuole ottenere.

Fondamentale è anche la follatura, ossia la rottura del cappello di vinaccia tramite griglie e pistone che favoriscono il rimescolamento delle parti solide, un miglior contatto con il mosto e una maggiore estrazione delle sostanze.

Vinificatori orizzontali

Vinificatori orizzontali

I vinificatori orizzontali rotanti sono formati da un serbatoio cilindrico in acciaio inox AISI 304 posto orizzontalmente che ruota intorno al proprio asse. Il vinificatore viene caricato da un’apposita apertura posta sul suo mantello, mentre lo scarico avviene attraverso la base conica provvista di una portella di scarico. All’interno del vinificatore orizzontale vi sono particolari canaline di sgrondo che permettono il drenaggio del mosto.

Fondamentale è sempre il controllo della temperatura durante il processo di fermentazione e per questo motivo il vinificatore è dotato di tasche di riscaldamento/refrigerazione e un sistema automatico per il controllo della temperatura.

Nel caso di vinificatori orizzontali fissi, il mosto all’interno del vinificatore viene movimentato grazie ad alcune pale a rotazione lenta e variabile che permettono una rottura delicata del cappello di vinacce e un rimescolamento controllato del prodotto.

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Vinificatori usati 

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La storia vinicola della famiglia Accornero inizia più di un secolo fa grazie al duro lavoro e all’intraprendenza di Bartolomeo Accornero che, nel 1897, acquistò la Cascina Ca’ Cima ed avviò la produzione di vini che ancora oggi accompagnano i nostri pasti e che continuano a strappare premi ed approvazioni dagli esperti del settore.

Per gli amanti della geografia ricordiamo che ci troviamo in Piemonte, e precisamente nel Monferrato, al centro del triangolo immaginario tra Casale Monferrato, Asti ed Alessandria in una terra ricca di tradizione e di storia.

Essendo punto di passaggio strategico tra la Pianura Padana e i porti del Mar Ligure queste zone sono state per secoli scenario di guerre e battaglie cruente e, passeggiando tra le colline e i boschi, ci rendiamo conto del suo passato burrascoso per i numerosi manieri e castelli disseminati sulle alture del territorio a vigile protezione di queste terre.

Processi di vinificazione tradizionali

E proprio nel comune di Vignale Monferrato hanno sede Ca’ Cima e i vigneti dell’Azienda Accornero suddivisi su 20 ettari di terreno coltivato esclusivamente in modo biologico rispettando la natura, la tradizione, l’uomo e i vini che vengono prodotti.

La tradizione e il rispetto del passato si respira anche in cantina dove, accanto alle botti di legno e ai processi di vinificazione tradizionali, sono stati affiancate le più moderne attrezzature enologiche.

Accornero e i suoi vitigni: Grignolino e Barbera

Accornero e i suoi vitigni

Quando si racconta la storia della famiglia Accornero non si possono dimenticare i vitigni principali dell’Azienda, ossia il Grignolino e la Barbera, e la tenacia nel voler produrre vini di qualità con queste uve per lungo tempo dimenticate o relegate a produrre vini beverini e di scarsa struttura.

Per quanto riguarda il Grignolino si tratta di una piacevole riscoperta in quanto, alla fine dell’800, era un vitigno molto considerato grazie alla sua capacità di produrre vini di alta qualità. Lo stesso Umberto I di Savoia ne elogiava il valore e ne apprezzava le caratteristiche.

Poi con il tempo, a causa della sua spiccata personalità di non semplice lettura per le masse e alle sue basse rese di produzione, è stato dimenticato a favore di altri vitigni di più facile beva fino ad essere ultimamente riscoperto e riportato alle sue antiche glorie.

Luigi Veronelli lo aveva definito un vino “anarchico ed individualista” proprio per enfatizzare il suo carattere particolare ed unico che lo rende comunque molto versatile. Infatti è un vino da tutto pasto ma che si abbina molto bene con il pesce, consumato freddo è ottimo come aperitivo ma allo stesso tempo, grazie ai suoi tannini eleganti ma incisivi, è capace di ripulire la bocca da cibi più strutturati.

Accornero Grignolino del Monferrato Bricco del Bosco Vigne Vecchie

Dal Vigneto Bricco del Bosco provengono le uve Grignolino usate per produrre questo cavallo di razza che ormai da anni sale sul podio delle migliori riviste e guide di vini. Imbottigliato in un esiguo numero di pezzi che raramente supera le mille unità, è un vino che viene affinato 30 mesi in tonneaux di rovere e 2 anni in bottiglia.

Nel bicchiere assume un colore rubino che vira all’aranciato sull’unghia trasparente. Il naso elegante regala aromi variegati di frutti di bosco, speziature dolci e fiori viola. In bocca esprime la sua complessità e struttura con una lunga persistenza. Probabilmente un vino non semplice da tradurre ma che regala forti emozioni a chi è in grado di leggere la sua eleganza.

Accornero Barbera del Monferrato Bricco Battista

Anche il Barbera è un vitigno strettamente legato al Monferrato e la sua presenza storica è testimoniata da alcuni documenti che risalgono al 1249. Nel corso dei secoli è diventato il vitigno più coltivato in Piemonte, grazie alle sue alte rese e alla sua resistenza alle muffe e agli agenti atmosferici, ma si è fatto ben presto la fama di vino semplice da tutto pasto.

È solo grazie alla tenacia e alla lungimiranza di alcuni produttori, primo fra tutti Accornero, che si è capito che il vitigno Barbera poteva regalare vini strutturati da invecchiamento in grado di competere con i più blasonati vitigni della regione.

Dai migliori vigneti dell’Azienda Accornero prende vita la Barbera del Monferrato Bricco Battista. La qualità del vino è frutto di una bassa resa per ettaro e dal carattere unico del territorio (calcareo-argilloso) in cui le vigne dimorano da lunghi anni.

Per conoscere meglio l’interpretazione del vitigno Barbera da parte dell’Azienda Accornero, sicuramente non c’è voce più diretta di quella del produttore nel video seguente:

Per maggiori informazioni sui vini della famiglia Accornero visita il sito dell’Azienda.

Acquista online  i vini di Accornero sul sito Byvino.it.

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L’azienda Nortan, che nel 2011 ha festeggiato i 30 anni di attività, è il principale produttore a livello mondiale di  capsulatricie gabbiettatrici da inserire nelle linee di imbottigliamento per la produzione del vino.

Punto di forza della Nortan è un continuo investimento in ricerca e sviluppo al fine di soddisfare nella maniera ottimale le esigenze del Cliente ed anticipare le richieste di un mercato vinicolo sempre più competitivo. Il tutto nel perfetto stile del made in Italy cercando di esportare in tutto il mondo la serietà e la competenza della nostra industria.

Le origini della Nortan

Le origini della Nortan

Pur essendo un’azienda leader a livello mondiale in questo settore di macchine enologiche, quella di Nortan è una storia tutta italiana che inizia oltre trenta anni fa e tutt’ora respira la creatività del Belpaese nel suo stabilimento all’avanguardia a Veronella, vicino la città di Giulietta, dove avvengono la progettazione e l’intera produzione delle capsulatrici e gabbiettatrici.

È proprio da questa zona del nord Italia, tra le più dinamiche del paese, che la Nortan è partita alla conquista dei mercati internazionali diventando ben presto fornitore delle più importanti cantine sparse ai quattro angoli del globo. Nonostante i suoi grandi numeri, l’azienda non si è dimenticata dei piccoli produttori di vino ed infatti ha in catalogo una gamma variegata di macchine enologiche per soddisfare le esigenze anche delle piccole cantine con una produzione limitata ma di alta qualità.

I brevetti della Nortan

A testimonianza dei continui investimenti in ricerca e sviluppo sono molteplici i brevetti che la Nortan ha creato nel settore delle attrezzature per enologia:

brevetto bicchiere, brevetto stelle universali, brevetto testa rullante pneumatica. Brevetto bicchiere

Bicchiere brevettato Nortan

Uno dei problemi più frequenti che si hanno nei distributori di capsule è la sostituzione del bicchiere quando si ha la necessità di variare la tipologia della capsula.

Per risolvere questa problematica i laboratori della Nortan hanno brevettato un bicchiere che si adatta ad ogni tipo di capsula (qualsiasi diametro, lunghezza e materiale) in grado di variare il suo diametro grazie ad una speciale ghiera che, ruotando, permette di ottenere il diametro desiderato.

Brevetto stelle universali

Nortan stelle universali brevettate

Spesso nelle cantine si ha la necessità di cambiare il formato delle capsule e dei gruppi accessori durante il processo di produzione con lo svantaggio di avere tempi morti e di blocco produzione.

Grazie al nuovo brevetto delle stelle universali, presentato al SIMEI del 2007, Nortan ha risolto in maniera brillante questa problematica creando un sistema di movimentazione modulare capace di regolare tutti i formati delle capsule al fine di adattarli a tutte le tipologie di bottiglie.

Brevetto testa rullante pneumatica

Testa rullante Nortan brevettata

Il  brevetto della testa rullante pneumatica è una vera novità nel campo delle capsulatrici. Infatti grazie ad un attuatore pneumatico posto all’interno della testa è possibile variare la pressione con la quale il rullino effettua la lisciatura sulla capsula e lavorare anche ad alti numero di giri senza perdita di qualità.

Capsulatrice rullante Nortan modello Prisma

Capsulatrice rullante Nortan modello Prisma

La capsulatrice rullante modello Prisma è una macchina utilizzata per la distribuzione e la rullatura delle capsule in polilaminato e stagno con una capacità produttiva da 2.700 b/h a 28.000 b/h da 3 fino a 30 teste a seconda del modello.

Tutti i modelli sono dotati di un rilevatore per il controllo della presenza del tappo nella bottiglia, meccanismo di estrazione ad aghi delle capsule, coclea universale, fotocellula di ingresso che varia la velocità di funzionamento a seconda del flusso delle bottiglie e fotocellula in uscita antintasamento.

La capsulatrice Prisma della Nortan può essere dotata di alcuni accessori per soddisfare esigenze specifiche: meccanismo di asciugatura della bottiglia, bicchiere brevettato che si adatta ad ogni tipo di capsula, stella universale brevettata, testa rullante pneumatica brevettata.

La Nortan produce inoltre una vasta gamma di attrezzature enologiche con una specializzazione nel settore delle capsulatrici e gabbiettatrici. Per maggiori informazioni puoi visitare il sito della Nortan.

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Capsulatrici usate

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