Iniziamo con questo articolo un viaggio (speriamo lungo e piacevole) nei vini e nei personaggi che sono diventati icone incontrastate del mondo enologico. Veri e propri miti, amati, osannati, imitati e immancabili nelle cantine dei veri intenditori che per averli sono disposti a rimandare una vacanza o l’acquisto dell’auto nuova.

Oggi andremo nella terra di Dante per immergerci nel mito del Sassicaia, mito nato in Toscana e che ha saputo affermarsi con decisione in tutto il mondo. A sentirne parlare oggi, sembra un vino che esiste da sempre e che nei secoli ha lentamente affinato i suoi lineamenti fino a raggiungere le punte di eccellenza che conosciamo. Anche il sigillo medievale di famiglia raffigurato sull’etichetta ci porta la mente ad un antico passato popolato di dame e cavalieri. Ma la realtà è ben diversa e restiamo meravigliati quando, raccogliendo gli indizi, scopriamo che il Sassicaia è un vino nato soltanto negli anni sessanta. Meraviglia basata sul fatto che nell’antico mondo del vino cinquanta anni sono considerati una giovane età.

La storia e il sogno del Sassicaia.

I vigneti del Sassicaia

I vigneti del Sassicaia

Leggendo la storia del Sassicaia scopriamo che è un vino che rompe i soliti canoni pur essendo immerso in un mondo ricco di storia e con una lunga tradizione vinicola. Gli Incisa della Rocchetta, produttori del Sassicaia, sono infatti una nobile famiglia protagonista delle vicende medioevali di una terra, la Toscana, nel cui petto pulsa da sempre il Chianti. La rottura con la tradizione è passata attraverso diversi elementi:

  • l’utilizzo del Cabernet in una terra legata indissolubilmente al Sangiovese,
  • l’invecchiamento del vino in piccole barriques francesi in cantine che avevano visto per secoli soltanto grosse botti. 

Naturalmente per dare vita ad un progetto del genere c’è bisogno di coraggio e di una mente visionaria lanciata verso il futuro. Infatti il mito Sassicaia parte da un sogno e da un’intuizione di Mario ­­­­­­­­­­­­­­­­­­Incisa della Rocchetta. Il sogno era di creare in Italia un vino importante prendendo come riferimento i grandi vini di Bordeaux. L’intuizione è stata la scoperta che la Tenuta San Guido, terra d’elezione del Sassicaia, era molto simile in quanto a conformazione dei suoli con una famosa zona vinicola bordolese, le Graves. Questa particolare conformazione del terroir, ricca di ciottoli e sassi, ricopre un ruolo così importante da dare il nome al vino stesso: Sassicaia.

Come spesso accade i profeti non vengono ascoltati in casa loro e inizialmente, siamo nel 1968, i giudizi non sono positivi. Un po’ per amore della tradizione (meglio noto come sciocco attaccamento al passato) e un po’ perchè non si era capito il segreto di questi vini: il Tempo. È proprio l’arcano traghettatore che con i suoi magici effetti muta e migliora le caratteristiche del vino.

L’origine della qualità del Sassicaia.

Ben presto il mondo scopre l’alta qualità nascosta nel Sassicaia e non poteva essere altrimenti visto le basi su cui elegantemente poggia. Il terreno ha delle conformazioni uniche in Italia e per raccogliere il meglio che nasconde, i vigneti sono piantati in posizioni differenti.

Il Sassicaia trae infatti la sua forza dal provenire da vigneti che dalle colline degradano dolcemente verso il mare, prendendo da ciascuno le proprie caratteristiche peculiari. La vicinanza al mare con le sue escursioni termiche e la leggera brezza marina è proprio una delle caratteristicche che si imprimono in ogni bottiglia. Il tutto viene curato con la sapiente mano dell’uomo che si è preoccupato di donargli un sistema di allevamento particolare che unito alle basse rese regala un prodotto ricco e strutturato.

La Cantina.

La cantina del Sassicaia

La cantina del Sassicaia

La cantina del Sassicaia è stata per molto tempo quella di Castiglioncello di Bolgheri in quanto i vigneti erano tutti situati nei pressi del castello. In seguito con l’espandersi dei vigneti anche la cantina doveva subire un ammodernamento e fu spostata vicino all’ Oratorio di San Guido.

La nuova cantina, posta vicino alla cantina di vinificazione è una vera e propria opera d’arte dell’architetto Agnese Mazzei ed è proprio qui che il Sassicaia riposa prima di arrivare sulle nostre tavole.

Infine concludiamo il nostro viaggio nello Spazio. Qualche anno fa un astronauta italiano ha partecipato ad una missione imbarcando sull’astronave alcuni vitigni presi dalla terra del Sassicaia. I vitigni verranno ripiantati una volta terminata la missione per esaminare gli influssi spaziali sulla vite. Possiamo con orgoglio affermare di essere gli unici ad avere un vino “stellare”.

Visita il sito della Tenuta San Guido.

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