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I filtri per vino sono sofisticate macchine enologiche utilizzate in cantina per la filtrazione del vino al fine di chiarificare il prodotto e separare le parti solide da quelle liquide.

Ricordiamo che esistono due modalità diverse per filtrare il vino, la filtrazione tangenziale e la filtrazione frontale. Nella filtrazione tangenziale la direzione del liquido da filtrare è parallela alla superficie di filtraggio e, grazie ad una differenza di pressione tra le due aree separate dal filtro, parte del liquido limpido oltrepassa la superficie e la restante con le particelle in sospensione viene rimessa in circolo. Nella filtrazione frontale, invece, la direzione del liquido è ortogonale alla superficie.

Tra i due metodi di filtrazione sicuramente quella tangenziale è più efficiente in quanto le parti solide non si accumulano sulla superficie del filtro mantenendo invariate le sue caratteristiche nel tempo.

A seconda della tecnica di filtrazione utilizzata abbiamo in commercio una vasta gamma di filtri per vino:

filtri pressa (o filtri a piastre) filtri per vino rotativi sottovuoto filtri per vino tangenziali.  Filtri pressa (o filtri per vino a piastre)

Filtri pressa (o filtri per vino a piastre)

I filtri pressa (o filtri per vino a piastre) sono formati da una serie di piastre e telai che si alternano tra cui viene posto uno strato filtrante. I filtri pressa sono costituiti dai seguenti elementi:

una struttura, in genere in acciaio inox, su cui vengono montate le piastre e gli strati filtranti, una testata fissa all’inizio del filtro, da cui avviene l’ingresso e l’uscita del prodotto da filtrare, ed una testata mobile alla fine del filtro, un insieme di piastre, in acciaio inox o plastica per alimenti, su cui vengono montati gli strati filtranti dotati di scanalature per lo scarico del filtrato.

I quattro angoli di ogni piastra e di ogni telaio sono forati in modo che quando la macchina viene compressa vi possa scorrere il liquido da filtrare e far defluire il liquido filtrato. Attraverso dei piccoli canali paralleli alla piastra ogni foro è in comunicazione con la parte centrale della piastra.

Come avviene la filtrazione del vino in un filtro pressa?

il prodotto da filtrare viene inserito nel filtro per vino dalla testata e viene fatto fluire nei fori delle piastre che formano un condotto di alimentazione, attraverso i piccoli canali il vino passa nella parte centrale della piastra entrando in contatto con gli strati filtranti, il vino viene filtrato grazie alla differenza di pressione tra le due aree contigue di ciascun strato filtrante e viene convogliato dalla superficie drenante della piastra verso la condotta di uscita.

I filtri pressa per vino hanno numerosi vantaggi che li rendono sempre utili in cantina:

sono molto versatili e lo stesso filtro può essere usato sia per la filtrazione di sgrossatura e sia per l’illimpidimento del vino. Queste differenti operazioni si possono ottenere variando la tipologia degli strati filtranti, costo contenuto rispetto alla grandezza della superficie filtrante, semplicità di funzionamento con bassa manutenzione. Filtri per vino rotativi sottovuoto

Filtri per vino rotativi sottovuoto

I filtri per vino rotativi sottovuoto sono costituiti da un tamburo cilindrico orizzontale con la superficie forata in acciaio inox in grado di ruotare sul proprio asse e parzialmente immerso in una vasca in cui è contenuto il liquido da filtrare. Completano il tutto un elemento per la formazione del vuoto, una pompa per estrarre le parti solide dall’interno del cilindro, una lama raschiante per pulire la superficie filtrante.

Di seguito il funzionamento dei filtri per vino rotativi sottovuoto:

il liquido da filtrare viene immesso nella vasca, il liquido attraversa lo strato filtrante grazie al vuoto che viene prodotto e quindi inviato al serbatoio esterno, la lama raschiante elimina le particelle solide che si sono depositate sulla superficie del cilindro. Filtri per vino tangenziali

Filtri per vino tangenziali

La filtrazione tangenziale è molto efficace e permette di ottenere una perfetta chiarificazione del vino anche se il prodotto presenta grandi quantità di particelle in sospensione.

I filtri per vino tangenziali sono costituiti da una certa quantità di contenitori dove vengono inseriti gli elementi filtranti, una pompa per garantire il flusso del prodotto da filtrare ed un’altra per il ricircolo all’interno del filtro. I filtri per vino tangenziali di ultima generazione possono montare membrane ceramiche garantendo sempre una piena efficienza e una conservazione delle proprietà organolettiche del prodotto.

Filtri per vino usati

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di filtri per vino usati e garantiti che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi. 

Vai alla sezione dedicata ai filtri per vino usati: 

Filtri per vino usati 

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Pompe peristaltiche Rotho

Le pompe peristaltiche sono particolari pompe volumetriche dove il trasferimento del prodotto (mosto, vino o uve diraspate) avviene grazie alla variazione del volume del tubo elastico in cui scorre il prodotto stesso. Per mezzo di continue contrazioni e dilatazioni del tubo, il vino viene prima aspirato e quindi compresso verso l’altra estremità del tubo permettendone lo spostamento.

Tra i migliori produttori di pompe peristaltiche sicuramente la Ragazzini con la sua pompa peristaltica Rotho assume una posizione di rilievo nel panorama dei produttori di macchine per l’enologia.

Questa tipologia di pompe sta prendendo sempre più piede all’interno delle cantine grazie ai numerosi vantaggi e ai problemi che è in grado di risolvere. Prima di tutto riesce a trasferire il vino e il mosto senza pericolo di intasare il tubo e quindi bloccare l’intera catena produttiva, inoltre considerando che prodotto non entra in contatto con le parti meccaniche della pompa peristaltica e che viene trattato delicatamente, non subisce alterazioni organolettiche che ne possano minare la qualità.

Altra caratteristica importante delle pompe peristaltiche Rotho è la loro estrema versatilità che le rende utili in cantina per diversi scopi ed adatte per il trasferimento di vino finito, mosto e uve diraspate e quindi sempre presenti in tutte le fasi della produzione del vino. Inoltre queste pompe sono autoadescanti fino ad un’altezza di -9.8 metri, possono lavorare a secco e sono in grado di invertire la direzione del flusso facilmente.

Le pompe peristaltiche Rotho in enologia

Le pompe peristaltiche Rotho sono molto indicate per l’utilizzo in cantina in quanto non necessitano l’utilizzo di un liquido refrigerante per lo statore per limitare gli effetti dell’attrito sul tubo. Ricordiamo che questi liquidi refrigeranti non sono compatibili con i prodotti alimentari e quindi possono causare problemi se entrano a contatto con il vino all’interno della pompa per delle rotture accidentali.

Questo vantaggio si ottiene grazie all’utilizzo della tecnologia a rulli su cuscinetti che non producendo attrito con il tubo non hanno bisogno di un liquido refrigerante, e per questo motivo la loro manutenzione è anche semplice, veloce ed economica.

La delicatezza nel trattare il prodotto da trasferire è una delle qualità che i produttori di vini maggiormente apprezzano in queste pompe. Infatti riescono a pompare grandi quantità di uve diraspate senza rompere gli acini prevenendo quindi fenomeni ossidativi e prefermentativi non desiderati.

Questa caratteristica trova un largo impiego nella produzione di vini spumanti dove si ha la necessità di pressare grappoli interi prelevati dai cassoni di raccolta minimizzandone le rotture e gli stress di trasferimento.

Altro vantaggio si ha nel pompaggio di vino che è stato appena fermentato, e quindi ricco di anidride carbonica, senza fargli perdere il gas come le altre pompe e quindi rispettando al massimo le condizioni iniziali del prodotto e conservando tutti i suoi aromi caratteristici.

I vantaggi delle pompe peristaltiche Rotho

I vantaggi delle pompe peristaltiche Rotho

Le pompe peristaltiche Rotho offrono quindi una serie di vantaggi:

non c’è necessità di utilizzare il liquido refrigerante all’interno della pompa, grazie alla mancanza di attrito hanno bisogno di una minore potenza di esercizio con un notevole risparmio energetico, particolarmente indicate per il vino in quanto non c’è pericolo di contaminazione con il liquido refrigerante, se il tubo si rompe viene subito rilevato in quanto il vino che fuoriesce è l’unico liquido presente nella pompa, facilità di manutenzione e di sostituzione del tubo, possibilità di variare la direzione del flusso senza diminuire la portata, può operare a secco, capace di trasferire anche corpi solidi in sospensione anche di grandi dimensioni rispetto al diametro (max 45%), ottima capacità di aspirazione, massimo rispetto dell’integrità del prodotto grazie al basso regime di lavoro. L’innovazione Rotho e il rullo retrattile

Una recente innovazione della Ragazzini che ha adottato nelle sue pompe peristaltiche Rotho è il sistema di rullo retrattile che permette di stressare il meno possibile il tubo elastico quando la pompa non viene utilizzata. Tutto questo meccanismo opera senza la necessità di aprire la parte frontale della pompa ed è molto indicato nel settore vinicolo quando si ha la necessita di pulire a fondo il tubo contenuto nella pompa.

Pompe peristaltiche usate

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di pompe peristaltiche usate e garantite che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi. 

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Le diraspatrici sono attrezzature enologiche il cui compito è di separare gli acini dell’uva dai raspi prima di effettuare la pressatura dell’uva. In questo modo si ottengono vini più eleganti, di migliore qualità, con maggior grado alcolico e più concentrazione di polifenoli e sostanze coloranti.

In commercio sono proposte varie tipologie di diraspatrici con dimensioni e caratteristiche differenti per soddisfare le esigenze di tutte le cantine, anche se spesso si preferiscono le pigia-diraspatrici o le diraspa-pigiatrici, macchine per enologia di ultima generazione, in modo da poter scegliere l’operazione che si vuole effettuare:

diraspare e poi pigiare, diraspare senza pigiare, pigiare senza diraspare.

Caratteristica fondamentale delle diraspatrici è che devono effettuare una lavorazione delicata e soffice del prodotto senza stressarlo e mantenendo la sua integrità. A tal fine le diraspatrici vengono dotate di accessori che permettono di variare la velocità del battitore o del cestello, montano rulli in gomma alimentare regolabili, hanno fori arrotondati per evitare le lacerazioni degli acini e sono costruite in acciaio inox grazie alle sue innumerevoli caratteristiche.

Come sono fatte le diraspatrici

Diraspatrici e albero diraspatore

Le diraspatrici sono formate da un telaio in acciaio inox al cui interno è montato l’organo diraspante costituito da una gabbia forata a forma cilindrica (chiamata tamburo) in grado di ruotare e velocità variabile ma in genere a basso numero di giri. All’interno del tamburo è posto un albero diraspatore, formato da un asse orizzontale su cui sono montate delle palette in acciaio inox con punta gommata, che ruota in direzione opposta al tamburo ma a maggiore velocità.

Come abbiamo prima accennato il cilindro presenta dei fori arrotondati per evitare la lacerazione dei raspi e degli acini quando questi sono spinti dalla rotazione del battitore verso il cilindro per essere separati.

Il funzionamento delle pigia-diraspatrici e diraspa-pigiatrici

Considerato che la pigiatura e la diraspatura sono due attività tra di loro collegate, le moderne macchine per cantine permettono di effettuare entrambe le operazioni tramite un’unica macchina:

le pigia-diraspatrici, le diraspa-pigiatrici.

Nelle pigia-diraspatrici l’uva viene prima pigiata dai rulli della macchina e quindi diraspata. Una vasca posta sotto la pigia-diraspatrice raccoglie il mosto e gli acini e una pompa trasferisce il prodotto per le successive lavorazioni. Allo stesso tempo i raspi vengono fatti uscire da un’estremità del tamburo rotante.

Nelle diraspa-pigiatrici prima l’uva viene diraspata e quindi gli acini vengono sottoposti all’azione dei rulli fissati nella parte inferiore della macchina per essere pigiati. I raspi vengono, anche in questo caso, espulsi da un’estremità del tamburo.

In genere si preferisce utilizzare le diraspa-pigiatrici in quanto i raspi non vengono sottoposti a pigiatura ma eliminati prima.

Diraspa-pigiatrici OMAC serie OPTIMA

Diraspatrici OMAC

Le diraspa-pigiatrici OMAC della serie OPTIMA sono macchine enologiche di ultima concezione costruite per rispettare l’integrità dell’uva sottoposta a lavorazione. Questi risultati si possono ottenere grazie alla possibilità di variare sia la velocità del battitore e sia quella del cestello e di regolare la posizione dei rulli di gomma. Inoltre i fori del tamburo sono arrotondati in modo da non effettuare rotture non volute dell’acino.

Nel caso si vogliano lavorare uve particolarmente delicate è possibile montare un cestello in plastica.

Sul fondo della macchina è posta una vasca di raccolta per il mosto che può essere collegata ad una pompa per trasferire il prodotto alle successive lavorazioni.

Le diraspa-pigiatrici OMAC della serie OPTIMA sono costruite in acciaio inox e sono completamente smontabili per effettuare una pulizia perfetta della macchina e una facile manutenzione.

Diraspatrici pigiatrici Diemme modello KAPPA

Diraspatrici Diemme

Le diraspatrici pigiatrici Diemme modello KAPPA sono macchine enologiche completamente costruite in acciaio inox AISI 304 formate da due unità indipendenti: la diraspatrice e la pigiatrice.

La diraspatrice è formata dal rullo forato al cui interno è posto l’albero diraspatore. Diverse caratteristiche della macchina sono regolabili al fine di ottenere un prodotto finito della qualità desiderata: la velocità della gabbia, la velocità dell’albero, la distanza e la posizione delle palette.

La pigiatrice è formata da due rulli in gomma alimentare la cui distanza può essere regolata a seconda della pigiatura che si vuole ottenere. Ciascun rullo deriva da un unico stampo in modo da ottenere una pulizia completa.

Stai cercando una diraspatrice usata in ottime condizioni? Vai alla sezione dedicata alle diraspatrici usate:

Diraspatrici usate 

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I vinificatori sono moderne attrezzature per l’enologia utilizzate nel processo di vinificazione per ottenere i vini rossi e per tenere sotto controllo tutte le operazioni per produrre il vino: riscaldamento, rimontaggi, follature, irrorazione del cappello di vinaccia, raffreddamento e fermentazione.

Probabilmente i vinificatori sono i macchinari che più subiscono le innovazioni tecnologiche in quanto la fermentazione è una delle operazioni più delicate nella produzione del vino e strettamente correlata alla qualità finale del prodotto. In particolare tutte le innovazioni sono orientate a ridurre i tempi di fermentazione in modo da mantenere le caratteristiche organolettiche dell’uva e per ottenere vini di alto livello qualitativo.

Sappiamo che nella vinificazione in rosso si ha la necessità di estrarre le sostanze nobili che sono contenute nelle bucce e nei vinaccioli e tralasciare quelle che possono compromettere la qualità del prodotto. In particolare uno dei problemi a cui si sono trovate di fronte le aziende vinicole è quello di estrarre tali sostanze dal cappello di vinacce che si andava formando nella parte superiore del vinificatore.

Per ovviare a questo inconveniente si sono adottate due tecniche: i rimontaggi e le follature. Nei rimontaggi una parte del mosto viene prelevata dal fondo del serbatoio e distribuita uniformemente sulla parte superiore del cappello che, attraversato dal liquido, cede le sostanze che danno struttura e qualità al vino. Nelle follature, invece, è tutto il cappello che viene spinto nella parte inferiore del vinificatore per permettere il passaggio delle sostanze dalla parte solida a quella liquida.

In commercio esistono varie tipologie di vinificatori e continuamente vengono proposti macchinari sempre più innovativi. In particolare i vinificatori sono stati i primi apparati ad essere ecologici e a riutilizzare l’energia che producevano senza disperderla. Sappiamo infatti che la fermentazione è un processo tumultuoso che produce aumento della temperatura e di pressione. In passato tutta questa energia veniva dispersa mentre oggi viene conservata ed utilizzata per effettuare tutte le operazioni necessarie alla vinificazione senza l’utilizzo di energia esterna.

Vinificatori verticali

Vinificatori verticali

I vinificatori verticali sono formati da un contenitore cilindrico in acciaio inox poggiato sulla sua base sorretta da opportune gambe di sostegno. Per favorire lo svuotamento del serbatoio, che avviene attraverso un’apertura a ghigliottina, la base è inclinata e al suo interno è posta una pala di estrazione che, ruotando a poca distanza dal fondo, elimina la vinaccia senza stressare il prodotto.

I vinificatori verticali possono montare svariati accorgimenti tecnici per soddisfare tutte le esigenze:

riscaldamento, raffreddamento, rimontaggi, rottura del cappello.

Per favorire la fermentazione e controllarla, sul fondo del vinificatore viene posta una vasca riscaldante al cui interno circola dell’acqua. Scaldando l’acqua per mezza di alcune resistenze si è in grado di attivare la fermentazione al momento opportuno e di gestirlo nel modo corretto.

Il controllo della temperatura è un’operazione delicata a cui prestare attenzione per tutto il processo di vinificazione, sappiamo infatti che la fermentazione produce un aumento della temperatura che deve essere posta sotto controllo per avere una fermentazione di qualità. A tal fine viene installata sul mantello del vinificatore una tasca di condizionamento, o una fascia di scambio termico, grazie alla quale è possibile controllare la temperatura interna del serbatoio. Eventualmente per avere un maggior isolamento con l’ambiente esterno il vinificatore può essere coibentato.

Sappiamo che il rimontaggio è fondamentale per favorire l’estrazione delle sostanze dal cappello di vinacce. Questa operazione viene effettuata tramite una pompa di ricircolo che, attraverso una tubazione esterna , prende il mosto dal fondo del vinificatore e lo disperde sul cappello tramite un spargitore rotante al fine di ottenere una distribuzione uniforme del mosto su tutto il cappello. Attraverso un apposito sistema di controllo computerizzato è possibile programmare i cicli di rimontaggio e ottimizzarli al vino che si vuole ottenere.

Fondamentale è anche la follatura, ossia la rottura del cappello di vinaccia tramite griglie e pistone che favoriscono il rimescolamento delle parti solide, un miglior contatto con il mosto e una maggiore estrazione delle sostanze.

Vinificatori orizzontali

Vinificatori orizzontali

I vinificatori orizzontali rotanti sono formati da un serbatoio cilindrico in acciaio inox AISI 304 posto orizzontalmente che ruota intorno al proprio asse. Il vinificatore viene caricato da un’apposita apertura posta sul suo mantello, mentre lo scarico avviene attraverso la base conica provvista di una portella di scarico. All’interno del vinificatore orizzontale vi sono particolari canaline di sgrondo che permettono il drenaggio del mosto.

Fondamentale è sempre il controllo della temperatura durante il processo di fermentazione e per questo motivo il vinificatore è dotato di tasche di riscaldamento/refrigerazione e un sistema automatico per il controllo della temperatura.

Nel caso di vinificatori orizzontali fissi, il mosto all’interno del vinificatore viene movimentato grazie ad alcune pale a rotazione lenta e variabile che permettono una rottura delicata del cappello di vinacce e un rimescolamento controllato del prodotto.

Stai cercando vinificatori usati in ottime condizioni? Vai alla sezione dedicata ai vinificatori:

Vinificatori usati 

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La storia vinicola della famiglia Accornero inizia più di un secolo fa grazie al duro lavoro e all’intraprendenza di Bartolomeo Accornero che, nel 1897, acquistò la Cascina Ca’ Cima ed avviò la produzione di vini che ancora oggi accompagnano i nostri pasti e che continuano a strappare premi ed approvazioni dagli esperti del settore.

Per gli amanti della geografia ricordiamo che ci troviamo in Piemonte, e precisamente nel Monferrato, al centro del triangolo immaginario tra Casale Monferrato, Asti ed Alessandria in una terra ricca di tradizione e di storia.

Essendo punto di passaggio strategico tra la Pianura Padana e i porti del Mar Ligure queste zone sono state per secoli scenario di guerre e battaglie cruente e, passeggiando tra le colline e i boschi, ci rendiamo conto del suo passato burrascoso per i numerosi manieri e castelli disseminati sulle alture del territorio a vigile protezione di queste terre.

Processi di vinificazione tradizionali

E proprio nel comune di Vignale Monferrato hanno sede Ca’ Cima e i vigneti dell’Azienda Accornero suddivisi su 20 ettari di terreno coltivato esclusivamente in modo biologico rispettando la natura, la tradizione, l’uomo e i vini che vengono prodotti.

La tradizione e il rispetto del passato si respira anche in cantina dove, accanto alle botti di legno e ai processi di vinificazione tradizionali, sono stati affiancate le più moderne attrezzature enologiche.

Accornero e i suoi vitigni: Grignolino e Barbera

Accornero e i suoi vitigni

Quando si racconta la storia della famiglia Accornero non si possono dimenticare i vitigni principali dell’Azienda, ossia il Grignolino e la Barbera, e la tenacia nel voler produrre vini di qualità con queste uve per lungo tempo dimenticate o relegate a produrre vini beverini e di scarsa struttura.

Per quanto riguarda il Grignolino si tratta di una piacevole riscoperta in quanto, alla fine dell’800, era un vitigno molto considerato grazie alla sua capacità di produrre vini di alta qualità. Lo stesso Umberto I di Savoia ne elogiava il valore e ne apprezzava le caratteristiche.

Poi con il tempo, a causa della sua spiccata personalità di non semplice lettura per le masse e alle sue basse rese di produzione, è stato dimenticato a favore di altri vitigni di più facile beva fino ad essere ultimamente riscoperto e riportato alle sue antiche glorie.

Luigi Veronelli lo aveva definito un vino “anarchico ed individualista” proprio per enfatizzare il suo carattere particolare ed unico che lo rende comunque molto versatile. Infatti è un vino da tutto pasto ma che si abbina molto bene con il pesce, consumato freddo è ottimo come aperitivo ma allo stesso tempo, grazie ai suoi tannini eleganti ma incisivi, è capace di ripulire la bocca da cibi più strutturati.

Accornero Grignolino del Monferrato Bricco del Bosco Vigne Vecchie

Dal Vigneto Bricco del Bosco provengono le uve Grignolino usate per produrre questo cavallo di razza che ormai da anni sale sul podio delle migliori riviste e guide di vini. Imbottigliato in un esiguo numero di pezzi che raramente supera le mille unità, è un vino che viene affinato 30 mesi in tonneaux di rovere e 2 anni in bottiglia.

Nel bicchiere assume un colore rubino che vira all’aranciato sull’unghia trasparente. Il naso elegante regala aromi variegati di frutti di bosco, speziature dolci e fiori viola. In bocca esprime la sua complessità e struttura con una lunga persistenza. Probabilmente un vino non semplice da tradurre ma che regala forti emozioni a chi è in grado di leggere la sua eleganza.

Accornero Barbera del Monferrato Bricco Battista

Anche il Barbera è un vitigno strettamente legato al Monferrato e la sua presenza storica è testimoniata da alcuni documenti che risalgono al 1249. Nel corso dei secoli è diventato il vitigno più coltivato in Piemonte, grazie alle sue alte rese e alla sua resistenza alle muffe e agli agenti atmosferici, ma si è fatto ben presto la fama di vino semplice da tutto pasto.

È solo grazie alla tenacia e alla lungimiranza di alcuni produttori, primo fra tutti Accornero, che si è capito che il vitigno Barbera poteva regalare vini strutturati da invecchiamento in grado di competere con i più blasonati vitigni della regione.

Dai migliori vigneti dell’Azienda Accornero prende vita la Barbera del Monferrato Bricco Battista. La qualità del vino è frutto di una bassa resa per ettaro e dal carattere unico del territorio (calcareo-argilloso) in cui le vigne dimorano da lunghi anni.

Per conoscere meglio l’interpretazione del vitigno Barbera da parte dell’Azienda Accornero, sicuramente non c’è voce più diretta di quella del produttore nel video seguente:

Per maggiori informazioni sui vini della famiglia Accornero visita il sito dell’Azienda.

Acquista online  i vini di Accornero sul sito Byvino.it.

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L’azienda Nortan, che nel 2011 ha festeggiato i 30 anni di attività, è il principale produttore a livello mondiale di  capsulatricie gabbiettatrici da inserire nelle linee di imbottigliamento per la produzione del vino.

Punto di forza della Nortan è un continuo investimento in ricerca e sviluppo al fine di soddisfare nella maniera ottimale le esigenze del Cliente ed anticipare le richieste di un mercato vinicolo sempre più competitivo. Il tutto nel perfetto stile del made in Italy cercando di esportare in tutto il mondo la serietà e la competenza della nostra industria.

Le origini della Nortan

Le origini della Nortan

Pur essendo un’azienda leader a livello mondiale in questo settore di macchine enologiche, quella di Nortan è una storia tutta italiana che inizia oltre trenta anni fa e tutt’ora respira la creatività del Belpaese nel suo stabilimento all’avanguardia a Veronella, vicino la città di Giulietta, dove avvengono la progettazione e l’intera produzione delle capsulatrici e gabbiettatrici.

È proprio da questa zona del nord Italia, tra le più dinamiche del paese, che la Nortan è partita alla conquista dei mercati internazionali diventando ben presto fornitore delle più importanti cantine sparse ai quattro angoli del globo. Nonostante i suoi grandi numeri, l’azienda non si è dimenticata dei piccoli produttori di vino ed infatti ha in catalogo una gamma variegata di macchine enologiche per soddisfare le esigenze anche delle piccole cantine con una produzione limitata ma di alta qualità.

I brevetti della Nortan

A testimonianza dei continui investimenti in ricerca e sviluppo sono molteplici i brevetti che la Nortan ha creato nel settore delle attrezzature per enologia:

brevetto bicchiere, brevetto stelle universali, brevetto testa rullante pneumatica. Brevetto bicchiere

Bicchiere brevettato Nortan

Uno dei problemi più frequenti che si hanno nei distributori di capsule è la sostituzione del bicchiere quando si ha la necessità di variare la tipologia della capsula.

Per risolvere questa problematica i laboratori della Nortan hanno brevettato un bicchiere che si adatta ad ogni tipo di capsula (qualsiasi diametro, lunghezza e materiale) in grado di variare il suo diametro grazie ad una speciale ghiera che, ruotando, permette di ottenere il diametro desiderato.

Brevetto stelle universali

Nortan stelle universali brevettate

Spesso nelle cantine si ha la necessità di cambiare il formato delle capsule e dei gruppi accessori durante il processo di produzione con lo svantaggio di avere tempi morti e di blocco produzione.

Grazie al nuovo brevetto delle stelle universali, presentato al SIMEI del 2007, Nortan ha risolto in maniera brillante questa problematica creando un sistema di movimentazione modulare capace di regolare tutti i formati delle capsule al fine di adattarli a tutte le tipologie di bottiglie.

Brevetto testa rullante pneumatica

Testa rullante Nortan brevettata

Il  brevetto della testa rullante pneumatica è una vera novità nel campo delle capsulatrici. Infatti grazie ad un attuatore pneumatico posto all’interno della testa è possibile variare la pressione con la quale il rullino effettua la lisciatura sulla capsula e lavorare anche ad alti numero di giri senza perdita di qualità.

Capsulatrice rullante Nortan modello Prisma

Capsulatrice rullante Nortan modello Prisma

La capsulatrice rullante modello Prisma è una macchina utilizzata per la distribuzione e la rullatura delle capsule in polilaminato e stagno con una capacità produttiva da 2.700 b/h a 28.000 b/h da 3 fino a 30 teste a seconda del modello.

Tutti i modelli sono dotati di un rilevatore per il controllo della presenza del tappo nella bottiglia, meccanismo di estrazione ad aghi delle capsule, coclea universale, fotocellula di ingresso che varia la velocità di funzionamento a seconda del flusso delle bottiglie e fotocellula in uscita antintasamento.

La capsulatrice Prisma della Nortan può essere dotata di alcuni accessori per soddisfare esigenze specifiche: meccanismo di asciugatura della bottiglia, bicchiere brevettato che si adatta ad ogni tipo di capsula, stella universale brevettata, testa rullante pneumatica brevettata.

La Nortan produce inoltre una vasta gamma di attrezzature enologiche con una specializzazione nel settore delle capsulatrici e gabbiettatrici. Per maggiori informazioni puoi visitare il sito della Nortan.

Stai cercando capsulatrici usate in ottime condizioni? Vai alla sezione dedicata alle capsulatrici usate:

Capsulatrici usate

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La pompa peristaltica è un macchinario per enologia formato da un rotore, che ruota su un asse sostenuto da cuscinetti, collegato ad una serie di rulli che attraverso la loro rotazione provocano una strozzatura progressiva ad un tubo elastico al cui interno scorre il fluido. L’avanzamento della strozzatura lungo il tubo determina la spinta del liquido e il suo pompaggio.

Nel settore enologico la pompa peristaltica, a seconda del modello e della portata, ha diversi utilizzi e viene impiegata per il trasferimento di mosto, vino, spumanti, uva intera e uva diraspata.

La pompa peristaltica appartiene alla famiglia delle pompe volumetriche che lavora secondo il principio della peristalsi, ossia il trasferimento del prodotto avviene grazie alla variazione di volume di determinati spazi che aspirano e pompano il liquido. Inoltre, a causa del suo funzionamento, è una pompa pulsante e non continua, infatti la sua portata non è costante all’interno di un unico giro. Per ovviare a questo inconveniente si possono usare una quantità maggiore di rulli, anche se questa soluzione comporta una riduzione della portata, oppure si utilizzano dei compensatori e polmoni ammortizzatori che permettono di ottenere una portata costante.

Funzionamento della pompa peristaltica

I vantaggi della pompa peristaltica

La pompa peristaltica permette il travaso del vino o mosto con numerosi vantaggi:

il liquido non entra in contatto con le parti meccaniche della pompa, il trasporto del liquido avviene in maniera delicata senza subire traumi, si evitano ossidazioni ed emulsioni indesiderate, trasferimento privo di contaminazioni batteriche, nel caso del mosto non si hanno schiacciamenti dei vinaccioli, alta precisione di dosaggio, difficilmente si intasa, semplicità di funzionamento, facilità di pulizia, può invertire il senso di marcia, funzionano a secco senza danneggiarsi, il tubo è la parte della pompa che si usura maggiormente ma è facilmente sostituibile a costi contenuti.

Tra i vantaggi fondamentali della pompa peristaltica c’è quello che il liquido non entra in contatto con le parti meccaniche e gli ingranaggi della pompa in modo da non subire nessuna contaminazione o alterazioni organolettiche e chimico/fisiche. Inoltre permette il travaso di vini spumanti ricchi di anidride carbonica senza far svanire le preziose bollicine.

I componenti della pompa peristaltica

I componenti fondamentali di una pompa peristaltica sono:

rotore con rulli, tubo elastico.

Il tubo elastico

Il tubo deve avere alcune caratteristiche particolari: deve essere elastico ma allo stesso tempo resistente allo schiacciamento impresso dai rulli e deve essere inerte agli agenti chimici per non alterare il prodotto che vi scorre. Grazie alla sua elasticità il tubo comprime il liquido facendolo avanzare ad una sua estremità e, quando riacquisisce le dimensioni originali, lo aspira dall’altra estremità. È proprio questa alternanza tra compressione e rilassamento a provocare l’avanzamento del liquido.

Per avere queste caratteristiche il tubo della pompa peristaltica deve essere costruito in silicone, PVC ed altri materiali termoplastici. I migliori tubi sono quelli che riacquistano velocemente la loro forma iniziale dopo essere passati sotto i rulli.

Il rotore con rulli

Il rotore con rulli permette, grazie al suo movimento, la giusta compressione e decompressione del tubo pompando così il liquido. In genere è costruito in acciaio inox AISI 316 e può montare una diversa quantità di rulli. Aumentando i rulli si ottiene un flusso sempre più costante ma si diminuisce la portata della pompa.

Caratteristica importante è quella di poter variare la velocità di rotazione, infatti in alcuni casi si aumenta la velocità per aumentare la portata della pompa mentre il altri casi è preferibile lavorare a bassi regimi per trattare delicatamente il prodotto.

Quello delle pompe peristaltiche è un settore in continua evoluzione dove la tecnologia fa passi da gigante. Ultimamente sono stati introdotti i rulli su cuscinetti che funzionano senza l’utilizzo di liquido refrigerante dentro lo statore.

L’uso della pompa peristaltica in enologia

La pompa peristaltica in enologia

La pompa peristaltica ha un ampio utilizzo in enologia e trova impiego in tutte le fasi del processo di vinificazione:

Nella vinificazione in bianco permette il trasferimento senza traumi dell’uva intera senza nessuna rottura degli acini in modo da avere un prodotto più sano, facilmente filtrabile nelle successive operazioni e si mantengono inalterati gli aromi caratteristici del vitigno

Nella vinificazione in rosso si ottiene il trasferimento omogeneo del prodotto senza pericoli di ossidazioni indesiderate, limitando le fecce residue e permettendo un’estrazione ottimale delle sostanze coloranti.

Molto efficace anche nel trasferimento di uve serbatoi per ottenere vini passiti senza avere ostruzioni od intasamenti della pompa, mentre in genere questa tipologia di uva è molto problematica per le pompe tradizionali. Stesso efficacia si ha quando si vogliono scaricare i fermentatori che contengono un prodotto con grande quantità di vinaccioli e sostanze solide.

Infine la pompa peristaltica trova largo impiego in cantina per il riempimento o lo svuotamento delle botti e barriques grazie alla sua precisione e forza aspirante.

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La vinificazione in bianco è quel complesso processo operato dai lieviti che trasforma il mosto in vino durante la fermentazione alcolica e che ci permette di assaporare quella bevanda tanto amata al dio Bacco. Nel caso in cui volessimo ottenere vini bianchi andremo ad effettuare la vinificazione in bianco che, come andremo ad illustrare, si differenzia in alcune fasi dagli altri tipi di vinificazione.

In particolare nella vinificazione in bianco, al fine di non trasferire le sostanze indesiderate nel vino (tannini, polifenoli e aromi erbacei), le vinacce non vengono fermentate insieme al mosto. Infatti tutte le sostanze che danno origine al colore e alla struttura sono contenute nelle bucce, nei raspi e nei vinaccioli e vengono estratte grazie alla macerazione che avviene durante il processo fermentativo, quindi se le bucce vengono eliminate prima della fermentazione, si ottiene un vino bianco.

In questo modo si ottengono prodotti equilibrati, fini, che conservano il patrimonio organolettico dell’uva e che sono vera espressione del territorio di origine. In rovescio della medaglia è che sono vini delicati che necessitano attenzioni e trattamenti particolari per renderli stabili e longevi.

Le fasi della vinificazione in bianco

Il processo di vinificazione in bianco si compone delle seguenti fasi:

pigiatura, macerazione pellicolare torchiatura e sgrondatura, illimpidimento, fermentazione alcolica, operazioni post-fermentative Cosa avviene prima della vinificazione in bianco

Cosa avviene prima della vinificazione in bianco

Punto di partenza fondamentale per ottenere vini di qualità è di utilizzare uve sane e che hanno raggiunto il giusto grado di maturazione. Diventa quindi fondamentale applicare un’attenta selezione dei grappoli durante la raccolta per scartare uve che possono avere problemi di botrytis cinerea, marciume acido, peronospera e oidio.

Come abbiamo prima accennato, i grappoli che serviranno per produrre vini bianchi devono essere trattati con cura fin dalle prime fasi del processo di vinificazione. In particolare la vendemmia dovrà essere effettuata con le tempistiche corrette e leggermente anticipata rispetto a quando si vogliono produrre vini rossi, in modo da non caricare troppo l’uva di sostanze che renderebbero il vino meno delicato, più strutturato e con un grado alcolico troppo incisivo.

Anche il trasporto dell’uva in cantina deve essere fatto con la massima cura senza rompere gli acini e provocare fermentazioni e ossidazioni indesiderate. L’ideale sarebbe utilizzare le cassette di plastica dove i grappoli d’uva vengono distesi delicatamente ad un singolo strato in modo che gli acini non si schiaccino e siano sempre ben arieggiati. Inoltre il vantaggio di utilizzare le cassette di plastica è che non assorbono odori e sostanze che decomponendosi vanno a rovinare i grappoli in esse contenute.

Vinificazione in bianco: la pigiatura

La prima tappa della vinificazione in bianco è la pigiatura a cui viene sottoposta l’uva non diraspata, operazione che viene effettuata dalle pigiatrici che rompono delicatamente gli acini per farne uscire il succo un essi contenuto.

Le uve vengono sottoposte ad una  pigiatura delicata in modo da separare la parte solida da quella liquida e in particolare una pigiatura di qualità deve:

produrre un mosto limpido con poche particelle solide in sospensione, esercitare pressioni basse con aumenti graduali, avvenire a basse temperature, limitare il contatto con l’aria per prevenire fenomeni ossidativi. La macerazione pellicolare nella vinificazione in bianco

Se si vogliono ottenere vini bianchi più strutturati e ricchi di sostanze, si può procedere ad una breve macerazione delle parti solide del grappolo diraspato con il succo appena pigiato. Questa operazione è molto delicata in quanto bisogna evitare che vengano cedute sostanze dure, astringenti e che forniscono aromi vegetali e per questo motivo deve essere realizzata in maniera controllata, veloce e ponendovi grande attenzione.

La torchiatura e sgrondatura

La torchiatura e sgrondatura

Dopo la pigiatura il prodotto passa alla fase di torchiatura o pressatura e quindi alla sgrondatura dove viene estratto tutto il succo rimanente che verrà poi sottoposto a fermentazione alcolica.

Anche queste fasi rappresentano un punto debole della vinificazione in bianco e per questo motivo devono essere fatte in modo delicato senza stressare il prodotto e liberare aromi indesiderati dai raspi e dai vinaccioli, ma allo stesso tempo devono permettere la completa estrazione della parte liquida.

Un altro fenomeno a cui prestare particolare attenzione è l’ossidazione del prodotto ad opera dell’ossigeno. Per ovviare a questo inconveniente la vinificazione in bianco deve essere rapida e statica, ossia gli spostamenti del mosto devono avvenire per gravità cercando di evitare l’utilizzo di pompe che possano danneggiarlo.

La vinificazione in bianco e l’illimpidimento prefermentativo

Illimpidimento prefermentativo

Caratteristica fondamentale del vino bianco è una perfetta trasparenza senza nessuna sostanza solida in sospensione. Per questo motivo il mosto fiore ottenuto deve essere sottoposto a un processo di illimpidimento o sfecciatura che permette la piena separazione di sostanze solide sospese indesiderate che rischiano di dare al vino aromi erbacei e poco eleganti e un aspetto non idoneo ai vini di qualità.

In genere si utilizza una chiarificazione per decantazione, ossia con l’utilizzo esclusivo della forza di gravità ed eventualmente con  l’ausilio di chiarificanti (enzimi pectolitici esogeni) che accelerano il processo.

L’illimpidimento può essere anche dinamico con l’ausilio di particolari macchine per enologia che permettono di effettuare:

centrifugazione, filtrazione, flottazione. La fermentazione alcolica e malolattica

La fermentazione alcolica e malolattica

Finalmente siamo arrivati alla fase che trasforma il mosto in vino e che fornisce alcolicità al prodotto. La fermentazione alcolica è quel processo chimico/biologico portato a compimento dai lieviti che trasformano gli zuccheri contenuti nel mosto in alcol etilico e anidride carbonica.

Nella vinificazione in bianco questa operazione avviene senza la presenza delle parti solide nel mosto, quindi avremo a disposizione una minore quantità di lieviti e per questo motivo è in genere più lenta rispetto alla vinificazione in rosso. Inoltre, considerato che vogliamo conservare gli aromi caratteristici dell’uva di origine, la fermentazione viene effettuata a temperature inferiori rispetto a quella in rosso, in genere intorno ai 20 gradi.

La fermentazione malolattica è invece la trasformazione dell’acido malico in acido lattico ad opera dei batteri lattici e non sempre avviene nella vinificazione in bianco perché, pur ottenendo vini più morbidi e meno acidi, può dare origine a risultati non desiderati in vini di questa tipologia la cui caratteristica di base è spesso la freschezza.

A questo punto il vino è quasi pronto per essere messo in commercio anche se necessita di ulteriori operazioni post-fermentative: travasi, trattamenti antiossidanti, chiarificazioni, filtrazioni, stabilizzazioni e affinamenti.

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La torchiatura è quell’operazione che si effettua in cantina per estrarre il mosto dall’uva dopo aver effettuato la pigiatura oppure per estrarre il vino dalle vinacce che sono state fermentate nei vinificatori. Il primo caso avviene nella vinificazione in bianco dove la parte liquida contenuta nell’uva viene subito separata da quella solida mentre il secondo si effettua nella vinificazione in rosso dove le bucce vengono fermentate insieme al succo.

La torchiatura è anche chiamata pressatura e viene effettuata da particolari attrezzature, presse enologiche e torchi di varie tipologie, che permettono di separare efficacemente la parte liquida dalle uve o dalle vinacce.

Per ottenere un vino di alta qualità è importante effettuare la torchiatura nel modo corretto, ossia velocemente e delicatamente, in quanto abbiamo a disposizione una materia prima poco stabile e soggetta a fenomeni di decadimento della sua qualità (ossidazione, acidificazione e perdita di alcool). I torchi e le presse sono quindi posizionati vicino alle pigiatrici o ai vinificatori in modo da sottoporre il prodotto alla torchiatura evitando il più possibile fenomeni negativi.

Come effettuare una torchiatura di qualità

Come effettuare una torchiatura di qualità

La torchiatura, come tutte le operazioni di vinificazione, deve essere effettuata seguendo determinate regole che permettono di ottenere un prodotto di qualità:

a pressioni basse (che raramente superano i 2 bar), con aumenti di pressione graduali e costanti intervallati da pause e da rimescolamenti della massa da pressare in modo da estrarre le sostanze nobili contenute nella materia prima e tralasciare le parti più dure e con scarsa qualità organolettica.

Le moderne presse lavorano in modo da massimizzare il rapporto tra superficie drenante e spessore delle vinacce e da ripartire in modo omogeneo la forza esercitata su tutto il prodotto. Inoltre l’intero ciclo di lavoro (pressatura, gonfiaggio e rotazione) viene seguito da un programma automatico che ne ottimizza le funzionalità effettuando continui controlli e variando il ciclo di conseguenza. In particolare il PLC, che gestisce tutte le fasi di torchiatura, monitora le caratteristiche del prodotto in modo da variare di volta in volta la pressione da esercitare, la rotazione della gabbia e quando effettuare le operazioni di scarico delle vinacce esaurite.

Altra caratteristica fondamentale è che le presse devono essere costruite in modo da permettere una facile pulizia e asetticità e sicuramente l’acciaio inox AISI 304 è il materiale più adatto allo scopo.

Le macchine enologiche per la torchiatura

La tecnologia ha fatto passi da gigante nel settore enologico ed ha interessato ogni fase del processo di vinificazione. In particolare oggi abbiamo a disposizione una vasta gamma di macchine per effettuare la torchiatura, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità:

presse orizzontali pneumatiche a membrana, presse orizzontali continue a vite. Presse orizzontali pneumatiche a membrana

Presse orizzontali pneumatiche a membrana

Le presse pneumatiche orizzontali a membrana sono formate da una gabbia in acciaio inox AISI 304 al cui interno si trova una membrana in gomma alimentare che gonfiandosi comprime le vinacce contro la gabbia e ne estrae il mosto. Quando la membrana si sgonfia, la gabbia ruota e le vinacce si mescolano per essere sottoposte ad un altro ciclo di torchiatura.

In commercio esistono varie tipologie di presse orizzontali a seconda del modo di gonfiaggio della membrana:

a membrana laterale, a membra centrale, a membrana su due lati.

Le presse a membrana laterale hanno la membrana che occupa solo un lato della gabbia che, quando è sgonfia, aderisce perfettamente ad una parete della pressa per permettere il caricamento della macchina. Durante la pressatura la membrana comprime il prodotto contro la parete opposta.

Le presse a membrana su due lati hanno la membrana divisa in due e ciascuna delle due metà ricopre la parte interna della gabbia. Stavolta la superficie di sgrondo si trova al centro della macchina e le uve vi vengono pressate durante il gonfiaggio della membrana.

Le presse a membrana centrale hanno la membrana che si gonfia lungo l’asse del tamburo e comprimono il prodotto sulle pareti esterne durante la fase di gonfiaggio.

Presse orizzontali continue a vite

Le presse orizzontali continue a vite sono macchine per enologia formate da una gabbia orizzontale forata al cui interno ruota una vite orizzontale senza fine. Il prodotto viene compresso contro la gabbia estraendone il succo ed espulso ad una estremità della vite.

Questo tipo di torchiatura, operando in continuo, ha i vantaggi di permettere una lavorazione veloce a costi contenuti, senza interruzioni e con carico e scarico automatico del prodotto. Al contrario presenta alcuni svantaggi in quanto producono molta feccia e i mosti ottenuti presentano una torbidità elevata.

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Le etichettatrici per bottiglie di vino sono un macchinario enologico che non dovrebbe mai mancare in ogni azienda vinicola.

Ormai in commercio ci sono migliaia di prodotti di alta qualità e il consumatore deve essere indirizzato ed aiutato nell’acquisto grazie all’utilizzo di un packaging moderno e accattivante. In particolare la scelta di una etichetta che attiri l’attenzione è fondamentale se si vuole distinguersi dalla massa ed avere successo sul mercato e le etichettatrici per bottiglie sono le attrezzature enologiche adatte a questo scopo.

Le etichettatrici per bottiglie di vino si differenziano a seconda del modo in cui viene applicata l’etichetta e dal loro modo di lavorare:

autoadesive, colla a caldo, colla a freddo, combinate, modulari, da bobina (roll-fed), sleever, incollaggio umido, automatiche, semiautomatiche, lineari, rotanti, inserimento bottiglia verticale, inserimento bottiglia orizzontale, a magazzino oscillante, a magazzino fisso.

Prima di evidenziare le caratteristiche specifiche di ogni etichettatrice, ricordiamo che le etichette che possono essere applicate su ciascuna bottiglia di vino sono:

etichetta principale, retroetichetta, bollino, collarino, contrassegno di Stato contrassegno vini DOC/DOCG. Etichettatrici per bottiglie: caratteristiche

Etichettatrici per bottiglie

Indipendentemente dalla tipologia utilizzata, ci sono alcune caratteristiche che identificano le etichettatrici di qualità.

Sicuramente devono essere affidabili e precise in modo che l’etichetta sia attaccata nel modo adeguato, sempre nella stessa posizione e con la giusta distanza dall’eventuale controetichetta. Per raggiungere questi obiettivi e per avere una massima precisione si utilizzano motori passo-passo, dispositivi elettronici per la regolazione automatica della velocità e stiratura dell’etichetta.

Molto importante è la velocità di applicazione etichette che può variare dalle 1.000 bottiglie per ora fino a 70.000 per le etichettatrici di grandi dimensioni. Ogni cantina dovrebbe scegliere la macchina che più si addice alle proprie esigenze per ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo.

Il materiale con cui sono costruite le etichettatrici per bottiglie è in genere l’acciaio inox 304 in quanto questi macchinari spesso operano in ambienti umidi e devono essere resistenti alle corrosioni. In questo modo sono più duraturi e non hanno bisogno di continue manutenzioni.

Il cambio formato è un altro parametro da prendere in considerazione in quanto ogni cantina produce diverse tipologie di vino in formati differenti, quindi il cambio di etichette e di bottiglie deve essere veloce, facile da effettuare e senza bloccare la macchina per troppo tempo.

Etichettatrici Rotative Colla a freddo Sacmi Labelling Opera CG

Schema etichettatrice

Prendiamo in considerazione questa tipologia di etichettatrici rotative per bottiglie per evidenziarne il funzionamento.

Le bottiglie vengono introdotte nell’etichettatrice da un nastro trasportatore e distanziate adeguatamente da una coclea (1) e vengono trasferite da una stella di entrata (2) sulla colonna centrale rotante (4) dove le bottiglie sono poggiate su piattelli di sostegno e tenute ferme da testine discendenti di bloccaggio.

Nel frattempo le etichette vengono prelevate dalla stazione di etichettaggio (3) e sono applicate sulle bottiglie che ruotano in modo sincronizzato con il resto della macchina.

Etichettatrici modulari e combinate Sacmi Labelling

Nelle cantine di grandi dimensioni si ha l’esigenza di avere varie tipologie di etichettatrici per bottiglie per soddisfare le varie esigenze di produzione. Per venire incontro a queste necessità sono state costruite le etichettatrici modulari e le etichettatrici combinate.

Le etichettatrici combinate hanno una colonna centrale rotante costituito da diverse stazioni di etichettaggio in modo da avere sulla stessa macchina tecniche di etichettatura differenti.

Le etichettatrici modulari sono invece formate da una serie di gruppi di etichettaggio montati su carrelli mobili che possono essere montati e smontati velocemente sulla struttura centrale a seconda dell’esigenza del momento.

Etichettatrice modulare

Etichettatrici per bottiglie di vino

Sul portale Enologica Petrillo potrai trovare una vasta scelta di etichettatrici usate e garantite che mantengono la qualità e le caratteristiche dei prodotti nuovi.

Vai alla sezione dedicata alle etichettatrici usate: 

Etichettatrici usate 

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