Archivio per ottobre 2013 | Pagina di archivio mensile

Tra i migliori produttori di serbatoi in acciaio inox sicuramente la Toscana Inox ricopre un ruolo di primo piano nel panorama enologico attuale. L’Azienda ha un’esperienza decennale nella progettazione e produzione di serbatoi in acciaio inox fornendo prodotti di altissima qualità per soddisfare le esigenze di ogni Cliente.

L’attenzione al prodotto inizia fin dalle prime fasi della progettazione con la scelta delle migliori soluzioni e dei materiali più indicati a quel prodotto specifico, continua con la messa in produzione effettuata da tecnici altamente specializzati e si conclude con i collaudi finali effettuati su tutte le macchine enologiche che escono dalle linee produttive.

Serbatoi in acciaio inox: la tecnologia costruttiva.

Serbatoi in acciaio inox Vibo P Inox

I serbatoi in acciaio inox della Toscana Inox sono costruiti in acciaio AISI 304 e AISI 316 grazie ai suoi notevoli vantaggi e punti di forza:

non è soggetto alla corrosione interna causata del vino, non è soggetto alla corrosione esterna delle intemperie, conserva la qualità organolettica del vino, facile pulizia ed ispezione.

Inoltre i serbatoi per il vino sono rifiniti per migliorare la qualità e sono dotati di numerosi accessori per aumentarne le funzionalità:

le fasce di scambio termico permettono un’alta efficienza di scambio di calore, l’isolamento è progettato per massimizzarne il rendimento termico, la saldatura TIG permette una notevole robustezza, precisione e tenuta. Toscana Inox e la progettazione della cantina.

Oltre a produrre serbatoi in acciaio inox per il vino, l’Azienda fornisce impianti completi chiavi in mano grazie alla sua specializzazione nella progettazione della cantina fornendo tutte le macchine enologiche necessarie alla vinificazione.

Il loro punto di forza è di seguire il Cliente in tutte le fasi della realizzazione del progetto per essere sicuri che l’impianto finale soddisfi tutte le sue necessità.

La gamma dei serbatoi in acciaio inox.

L’Azienda fornisce una gamma completa e variegata di serbatoi in acciaio inox per il vino per soddisfare tutte le esigenze anche grazie ai numerosi accessori disponibili.

Serbatoi in acciaio inox Aria S Inox

Aria S Inox è il serbatoio più semplice nella realizzazione ma ugualmente di qualità eccellente. È costruito in acciaio inox AISI 304, è perfetto per conservare il vino ed è disponibile in varie grandezze a seconda della quantità del vino a disposizione a va dai 200 litri ai 12.000 litri di capacità.

Vibo P Inox è un serbatoio a fondo piano, realizzato in acciaio inox AISI 304, utile per lo stoccaggio del vino e la vinificazione e ricco di accessori: valvola di sfiato, rubinetti, valvole, prelevacampione e poggiascala.

Il serbatoio da trasporto cilindrico orizzontale è utile per trasportare il vino in sicurezza e tranquillità Sempre costruito in acciaio inox AISI 304 è comprensivo di: valvola di sfiato, valvola di scarico e chiusino superiore.

Toscana Inox

Per maggiori informazioni sui serbatoi in acciaio inox visita il sito della Toscana Inox.

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La stabilizzazione tartarica dei vini cosa è, da cosa è determinata e come può essere risolta.

La stabilizzazione tartarica è dovuta ai fenomeni di precipitazioni provocati dal potassio e dall’acido tartarico presenti nel vino. Inizialmente queste due sostanza sono presenti nelle uve ma non entrando in contatto non procurano nessun danno. Nel momento in cui l’uva viene pigiata, le due sostanze si mescolano e possono creare problemi di precipitazione di bitartrato di potassio.

Questa precipitazione è un processo lento che può avvenire in cantina dopo la fermentazione del mosto oppure direttamente in bottiglia, dopo l’imbottigliamento del vino, una volta che il vino raggiunge gli scaffali delle enoteche.

Questo fenomeno non provoca nessun danno organolettico nel vino ma sicuramente dal punto di vista visivo il prodotto non viene considerato di qualità e non viene accettato da un consumatore sempre più esigente. In particolare i maggiori problemi li abbiamo nei vini bianchi dove i cristalli di bitartrato di potassio sono moto evidenti.

Per questo motivo è fondamentale lavorare bene in cantina, procedere con le opportune pratiche di stabilizzazione del vino ed evitare qualsiasi precipitazione una volta che il vino è stato imbottigliato.

Attualmente abbiamo diversi metodi di stabilizzazione tartarica:

fisici usando l’abbassamento della temperatura, chimici con l’aggiunta di particolari sostanze. I metodi fisici di stabilizzazione tartarica.

Stabilizzazione tartarica

I metodi fisici di stabilizzazione tartarica sono basati esclusivamente sul controllo della temperatura in quanto la solubilità dei sali ne è strettamente legata,  in particolare diminuisce con l’abbassamento della temperatura.

Quindi si porta il vino ad una temperatura bassa per un certo periodo di tempo, si aspetta la precipitazione del bitartrato di potassio e quindi si separano dal vino i cristalli che si sono formati attraverso i filtri per il vino o i separatori centrifughi.

Per portare il vino alla giusta temperatura ci sono vari metodi. Alcune cantine posizionano i loro serbatoi in acciaio inox all’esterno in modo che le rigide temperatura invernali facciano tutto il lavoro.

Altre cantine invece usano diversi metodi continui o discontinui per portare il vino alla temperatura di circa 5 gradi sotto zero, attendono la precipitazione dei cristalli e quindi procedono alla filtrazione del vino rendendolo limpido. In genere dovrà essere aggiunta una certa quantità di anidride solforosa per prevenire eventuali ossidazioni favorite dalle basse temperature.

I metodi chimici di aggiunta di stabilizzanti.

La stabilizzazione tartarica può essere aiutata anche con metodi chimici che consistono nell’aggiunta di particolari sostanze che inibiscano la precipitazione tartarica.

Tra i colloidi il più utilizzato è l’acido metatartarico per la sua alta efficienza, infatti ne bastano pochi milligrammi per litro per inibire la precipitazione tartarica.

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Per comprendere fino in fondo i vini della famiglia Ceretto, uno dei maggiori produttori del Piemonte, è fondamentale conoscere la loro “idea di vino” che sta alla base di ogni bottiglia che porta la loro firma.

Il tutto parte da un viaggio in Borgogna, intrapreso dai due fratelli Ceretto, dove appresero sul campo il concetto di “cru” e “terroir”. Per quel periodo, siamo agli inizi degli anni ’60, queste erano parole del tutto sconosciute in Italia e pensare che la qualità del vino potesse essere legata ai singoli appezzamenti di terra, alla loro posizione, alla loro conformazione dei terreni e al loro microclima era un concetto degno di un film di fantascienza.

Ma in fin dei conti non era fantascienza visto che queste idee venivano già applicate, e con risultati di altissimo livello, in una regione che aveva una tradizione vinicola secolare e dai cui c’era tanto da imparare.

Per questo i due fratelli iniziarono a selezionare i vigneti a seconda della loro posizione, proprio per ottenere il miglior prodotto possibile. E considerando che il vino di qualità deve partire da un uva di qualità, la strada a quel punto era tutta in discesa.

I cru Ceretto.

I vigneti dell’Azienda Ceretto

Avendo prima introdotto la parola “cru”, spero di avervi incuriosito e di avervi messo la smania di non veder l’ora di conoscere meglio questi “terroir” unici e spettacolari in gran parte situati nelle migliori zone del Barolo e Barbaresco.

In particolare sono quattro le aziende dedicate alla produzione dei vini:

Bricco Rocche a Castiglione Falletto, Bricco Asili a Barbaresco, Tenuta Monsordo Bernardina ad Alba, I Vignaioli di Santo Stefano a Santo Stefano Belbo.

Bricco Rocche si trova a Castiglione Falletto nel cuore delle Langhe, vera anima della D.O.C.G. del Barolo. Proprio per riprendere il concetto di cru, le bottiglie hanno etichette differenti a seconda della zona di provenienza:

Barolo DOCG Bricco Rocche (Castiglione Falletto) Barolo DOCG Brunate (La Morra) Barolo DOCG Cannubi San Lorenzo (Barolo) Barolo DOCG Prapò (Serralunga d’Alba)

Bottiglie così uniche non potevano che riposare in una luogo altrettanto unico. Infatti, nel 2000, la cantina è stata ampliata con la costruzione del “Cubo”, una struttura interamente in vetro che come un faro in mezzo al mare domina tutto il territorio circostante.

Bricco Asili, dedicato alla produzione di Barbaresco, regala uve da vigne vecchie di oltre 40 anni. Pur avendo un nome locale, “bricco” è infatti la cima della collina Asili nel villaggio di Barbaresco, si porta dietro un po’ di Francia avendo la cantina al centro del vigneto come un piccolo chateau della terra di Asterix.

Cantina Monsordo Bernardina

Tenuta Monsordo Bernardina ad Alba è il cuore pulsante dell’Azienda e biglietto da visita della famiglia Ceretto. Da poco tempo la Tenuta è stata rinnovata per dare spazio al nuovo e dirompente fenomeno chiamato enoturismo e per accogliere gli ospiti amanti del vino nella maniera opportuna.

Orgoglio di tutta la Tenuta è l’Acino, una struttura architettonica all’avanguardia (se vi ricordate bene avevo parlato all’inizio dell’articolo di “fantascienza”),  che ricorda proprio la forma di un acino e che si staglia imperiosa sulle vigne del Barolo. L’Acino è una sala da degustazione completamente immersa nella natura che, grazie alla trasparenza della struttura, permette di “degustare il vino degustando il panorama”.

Vignaioli di Santo Stefano, posto a Santo Stefano Belbo, è un progetto nato con l’idea di legare al concetto di qualità un vino, il Moscato, non sempre tenuto nella dovuta considerazione. 

Arte, vino e design.

Ceretto arte e design

Abbiamo visto che i vini e i vigneti Ceretto sono immersi nell’arte e ne respirano a pieni polmoni. E questo legame si può notare fin dall’ingresso alle Tenute di Bricco Rocche dove siamo accolti da un cancello che definirlo tale è riduttivo. In effetti si tratta di una vera e propria opera d’arte dal titolo “Ovunque proteggimi” del maestro Valerio Berruti con lo scopo di “proteggere e di accudire” i terreni simbolo dell’Azienda.

Il legame tra vino e design si può notare anche nelle etichette che sono delle vere e proprie opere d’arte. Infatti i Ceretto sono stati la prima cantina in Piemonte a capire l’importanza della veste del vino e ad affidare ad esperti designer la forma delle bottiglie e le loro etichette per farle risultare uniche e riconoscibili.

Per conoscere l’anima della famiglia Ceretto andiamo a degustare il loro fuoriclasse che riassume in pieno la loro idea di vino.

Barolo DOCG Bricco Rocche

Barolo Bricco Rocche

Nel cuore del Barolo, nel comune di Castiglione Falletto, nasce il Bricco Rocche con una produzione in piccola quantità ma di altissimo livello. La raccolta e la selezione delle uve viene fatta esclusivamente a mano, proprio per esaltare il carattere unico del vino, e il loro viaggio si conclude con un sapiente affinamento prima in fusti di rovere e quindi in botti grandi.

Al naso siamo invasi da una complessità labirintica con una colonna portante solida, scura, robusta ma allo stesso tempo elegante. Vino intenso che diffonde sentori di spezie di luoghi lontani e note di frutta scura e matura. In bocca esplode equilibrato riempiendo tutto lo spazio con i suoi tannini importanti e con una persistenza che sembra non finire mai.

Per approfondimenti visita il sito dell’Azienda Ceretto.

Acquista i vini Ceretto sul sito byvino.it

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La diraspatura, nel complesso processo che porta le uve a diventare vino, è quell’operazione che consente di separare gli acini dai raspi per poi essere pressati per favorire la fuoriuscita del mosto.

La diraspatura avviene delle macchine enologiche chiamate diraspatriciche permettono la separazione dei raspi usando la forza centrifuga di un albero composto da un sistema a pale che ruota all’interno di un cilindro forato. È fondamentale che questa operazione sia fatta in modo delicato senza compromettere la qualità delle uve e lasciando i raspi integri.

Gli acini sono quindi passati alla pigiatrice che permette di ottenere il mosto. Quando la diraspatura viene eseguita insieme alla pigiatura si usano le pigiadiraspatrici.

I vantaggi della diraspatura.

Diraspatura

La diraspatura ha i seguenti vantaggi:

si vuole occupare meno spazio. Ricordiamo che i raspi rappresentano fino al 30% del volume dell’uva e se vengono eliminati si avrà meno materiale da lavorare con il vantaggio di usare meno vasche di fermentazione, migliore qualità del vino. Grazie alla diraspatura le sostanze contenute nei raspi, come i tannini non nobili e il potassio, non vengono mescolate al mosto con il vantaggio di ottenere vini più morbidi, meno acidi e più equilibrati, aumento della gradazione alcolica in quanto i raspi contengono acqua, sono privi di zuccheri e assorbono l’alcol prodotto dalla fermentazione, aumento delle sostanze coloranti in quanto i raspi assorbono gli antociani responsabili del colore finale del vino.

Nel processo di vinificazione la diraspatura non viene sempre impiegata in quanto i raspi hanno anche determinate funzioni positive:

migliore regolazione termica del prodotto. L’acqua presente nei raspi tiene sotto controllo l’aumento della temperatura durante la fermentazione. Ricordiamo che al di sopra di un certo valore di temperatura la fermentazione subisce un arresto, migliore areazione del mosto. I raspi contengono ossigeno che è utile nelle fasi di macerazione e fermentazione.

Le diraspatrici che, in genere, sono costruite in due materiali distinti, acciaio inox e lamiera smaltata sono fornite di una pompa centrifuga che permette il trasferimento del mosto nei tini di fermentazione, o fermentini, e sono facilmente ispezionabili per permettere una loro rapida e corretta pulizia.

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Alfa Laval è un’azienda multinazionale presente in 100 paesi, specializzata in diversi segmenti di mercato, i cui prodotti sono focalizzati su 3 tecnologie:

scambio termico, separazione, movimentazione di fluidi.

L’Alfa Laval è un’azienda storica nel settore con più di 125 anni di esperienza alle spalle ma con la mente sempre rivolta al futuro. Infatti ogni anno parte del fatturato viene investito i ricerca e sviluppo dando la possibilità all’azienda di mettere sul mercato 35/40 nuovi prodotti ogni anno.

Pur operando in diversi settori, Alfa Laval è specializzata nella produzione di macchinari enologici specifici per ciascuna fase del processo di vinificazione:

Scambiatori di calore, Sistemi di riscaldamento/raffreddamento termico e pastorizzazione, Sistemi di filtrazione a membrana, Apparecchiature per la movimentazione dei fluidi, Sistemi di controllo della fermentazione, Alfa Laval separatori centrifughi, Sistemi per il condizionamento e trattamento dell’aria, Sistemi per la miscelazione di liquidi e polveri, Sistemi di riempimento e confezionamento Bag-in-box. Alfa Laval separatori centrifughi

Alfa Laval separatori centrifughi

Alfa Laval ha diverse tipologie di macchine enologiche adatte all’estrazione del succo d’uva per soddisfare le esigenze di ciascun Cliente.

I separatori centrifughi e i decanter Fooddec utilizzano il principio della separazione centrifuga che permette di operare velocemente sul prodotto, ottenere il mosto limpido in pochi secondi e portarlo in poco tempo alla fase di fermentazione.

I vantaggi del decanter Fooddec sono di:

operare su quantità piccole di prodotto, eseguire la pulizia della macchina velocemente, avere un alto rendimento, ottenere un prodotto finale limpido, filtrare in modo delicato il prodotto, chiarificare il mosto proveniente da presse continue, ridurre i liquidi dai fondami di serbatoio.

Ricordiamo che una chiarificazione condotta con elevati standard è fondamentale per ottenere un vino di alta qualità con alte rese. Le macchine enologiche Alfa Laval per la chiarificazione sono progettate basandosi su due tecnologie distinte: il filtraggio a membrana e la separazione centrifuga.

Grazie ai separatori centrifughi Alfa Laval è possibile eseguire la chiarificazione del mosto velocemente, ottenere ottimi risultati senza alterare le caratteristiche organolettiche del prodotto finito e ridurre l’utilizzo di farina fossile.

Mentre i decanter sono da preferire per chiarificare mosti con un alto livello di solidi, i separatori centrifughi Alfa Laval danno risultati migliori con mosti con livello di solidi inferiore.

I separatori centrifughi Alfa Laval sono molto versatili e possono essere utilizzati nelle varie fasi di produzione del vino ottenendo scopi diversi:

chiarificazione dei mosti, chiarificazione del vino giovane e del vino maturo, blocco della fermentazione, chiarificazione vino spumante. Filtri a membrana

Filtri a membrana

I filtri a membrana sono macchinari enologici usati per la chiarificazione del mosto e del vino rimuovendo lieviti e batteri. Stanno prendendo sempre più piede rispetto ai filtri a farina fossile a causa dei problemi ambientali che quest’ultima si porta dietro.

I filtri a membrana Alfa Laval permettono diverse soluzioni:

microfiltrazione, ultrafiltrazione, filtrazione tangenziale, nanofiltrazione, osmosi inversa.

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Per maggiori approfondimenti visita il sito Alfa Laval